Giuseppe Pignatone

  

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INTERVISTA ALPROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI REGGIO CALABRIA, GIUSEPPE PIGNATONE – Da quando si è messo a combattere la ’ndrangheta centinaiPignatone fotina200a di malavitosi sono finiti in carcere, sono state sequestrate tonnellate di cocaina e si è scoperchiata la pentolaccia degli affari loschi tra l’imprenditoria del Nord e il malaffare del Sud: il conto dei beni confiscati alla mafia calabrese è stellare. Le cosche, per ringraziarlo, a inizio ottobre gli hanno fatto trovare vicino all’ufficio una “sorpresa”: un bazooka … SEGUE

di Vittorio Zincone 7.11.2010

 

GIUSEPPE PIGNATONE eletto all’unanimità.  Una toga antimafia alla procura di RomaDai killer di Capaci alla lotta alla ‘ndrangheta

Una carriera in magistratura lunga quasi 40 anni, tra Sicilia e Calabria, nel segno della lotta alla criminalità organizzata: Giuseppe Pignatone, ex procuratore generale di Reggio Calabria, diventa Procuratore della Repubblica di Roma per decisione unanime del plenum del Consiglio superiore della magistratura. Nato Palermo nel 1949, Giuseppe Pignatone entra in magistratura nel 1974. Dopo un’esperienza come Pretore a Caltanissetta, nel 1977 viene trasferito alla Procura di Palermo, dove nel 2000 è nominato Procuratore aggiunto. Qui con Piero Grasso dirige la Direzione distrettuale antimafia, e porta a termine molte indagini contro Cosa nostra. Negli anni ’80 incrimina Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo poi condannato per mafia e corruzione, e, iindaga l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, chiedendo una condanna a otto anni. Coordina le indagini che portano all’arresto di Bernardo Provenzano dopo 43 anni di latitanza.Nel 2008 è nominato procuratore capo di Reggio Calabria, dove assesta numerosi colpi alla ‘ndrangheta. In concomitanza arrivano una serie di atti intimidatori. Il più clamoroso: il ritrovamento di un bazooka, indirizzato proprio a Pignatone, di fronte alla sede della Procura di Reggio nell’ottobre 2010. Nel febbraio del 2012, il Consiglio Superiore della Magistratura, all’unanimità lo nomina Procuratore capo di Roma.

  Giugno 2012 – Premio Losardo a Pignatone La decima edizione del premio intitolato a Giovanni Losardo, assessore del comune di Cetraro ucciso dalla mafia nel 1980, e’ stato consegnato a personalita’ che si sono distinte nell’impegno antimafia e per la legalita’. 

 

     
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27.12.2014 Intervista di Lionello Mancini al Procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone

18.3.2014 Intervista di Lionello Mancini al Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone

     
             
  • 7.11.2010 Vittorio Zincone intervista Giuseppe Pignatone
  • 24.3.2011 Lettera-appello al Corriere del Procuratore Giuseppe Pignatone
   

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Riflessioni di un magistrato in  prima linea

 

 
 Pignatone Festival  
COMO 14 – 15 Settembre 2013
Il Procuratore Giuseppe Pignatone al FESTIVAL della Fiducia
   
 
 FIRENZE – Terra Futura 18 maggio 2013
PIGNATONE a Terra Futura con il Progetto San Francesco
Europa – un progetto comune per la responsabilità sociale

Mafia. Pignatone 21.2.2012
 
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FIRENZE  – 20 Maggio 2011
VINCIAMO I CLAN – UN PROGETTO CONTRO LE MAFIE

Resoconto da Conquiste del Lavoro

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 REGGIO CALABRIA – 2 dicembre 2010
“Strumenti Sociali contro le mafie

VIDEO  Intervento Dr. Pignatone
1° parte
2° parte 

 

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Editore Laterza – IL CONTAGIO

19 aprile 2012 – «Non c’è alcun pezzo di società che possa dirsi impermeabile al contagio mafioso. Tutti sono esposti al virus criminale, sia in Calabria che fuori dalla Calabria. Attenzione, questo non significa che tutta la società è contagiata, significa che è tutta esposta al rischio del contagio». Con un’esperienza maturata alla procura di Palermo, Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino sono i magistrati che hanno portato in Calabria i metodi investigativi messi a punto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino contro Cosa Nostra. Con le loro indagini hanno rivelato la faccia torbida delle relazioni tra la ‘ndrangheta e il Paese ufficiale: non soltanto imprenditori e politici, ma perfino ufficiali dei carabinieri, magistrati e collaboratori dei servizi segreti pronti al doppio gioco per favorire le latitanze dei boss e gli affari delle cosche.  In queste pagine il racconto, curato da Gaetano Savatteri, preciso e puntuale, ricco di osservazioni, in presa diretta e con rivelazioni inedite, dei due magistrati, sulle ragioni per cui la ‘ndrangheta è riuscita a infiltrarsi anche nelle regioni più ricche d’Italia, come la Lombardia, il Piemonte e la Liguria, con un sistema di colonizzazione rigidamente regolato: a Milano si guadagna, in Aspromonte si decide. Un sistema antichissimo capace di stare al passo con i tempi. Forse la sfida più difficile dello Stato, che impegna tutta l’Italia sulla frontiera di Reggio Calabria
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GIUSEPPE PIGNATONE
Una carriera in magistratura lunga quasi 40 anni, tra Sicilia e Calabria, nel segno della lotta alla criminalità organizzata: Giuseppe Pignatone, ex procuratore generale di Reggio Calabria, diventa Procuratore della Repubblica di Roma per decisione unanime del plenum del Consiglio superiore della magistratura. Nato Palermo nel 1949, Giuseppe Pignatone entra in magistratura nel 1974. Dopo un’esperienza come Pretore a Caltanissetta, nel 1977 viene trasferito alla Procura di Palermo, dove nel 2000 è nominato Procuratore aggiunto. Qui con Piero Grasso dirige la Direzione distrettuale antimafia, e porta a termine molte indagini contro Cosa nostra. Negli anni ’80 incrimina Vito Ciancimino, ex sindaco di Palermo poi condannato per mafia e corruzione, e, iindaga l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, chiedendo una condanna a otto anni. Coordina le indagini che portano all’arresto di Bernardo Provenzano dopo 43 anni di latitanza.Nel 2008 è nominato procuratore capo di Reggio Calabria, dove assesta numerosi colpi alla ‘ndrangheta. In concomitanza arrivano una serie di atti intimidatori. Il più clamoroso: il ritrovamento di un bazooka, indirizzato proprio a Pignatone, di fronte alla sede della Procura di Reggio nell’ottobre 2010. Nel febbraio del 2012, il Consiglio Superiore della Magistratura, all’unanimità lo nomina Procuratore capo di Roma.
MICHELE PRESTIPINO
(Roma, 1957, in foto con Giuseppe Pignatone) è procuratore aggiunto presso la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Entrato in magistratura nel 1984, è stato per dieci anni componente della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Dal 1998 ha indagato sulle diverse articolazioni del sistema Provenzano fino all’arresto del capo di Cosa Nostra
Intervista Michele Prestipino
Il potere delle parole, le parole del potere. Lezione di Michele Prestipino
 
 


Antimafia. Contagio Firenze 26 maggio.200
 
PRESENTAZIONE A TERRA FUTURA
FIRENZE 26 MAGGIO La CISL presenta il volume
IL CONTAGIO
come l’ndrangheta ha infettato l’italia di Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino
Giuseppe Pignatone, Michele PrestipinoL’evento è stato promosso dal CENTRO STUDI CONTRO LE MAFIE “Progetto San Francesco”
 

 

PRESENTAZIONE ALL’UNIVERSITA’ BOCCONI 

Mafia.PignatonePrestipino Bocconi.250Il Contagio. Come la ‘ndrangheta ha infettato l’Italia”, organizzato dal Dipartimento di Economia “Ettore Bocconi”, è stato presentato l’8 maggio,
Alla tavola rotonda sono intervenuti :
Michele Polo – Eni Chair in Energy Markets, Università Bocconi
Ilda Bocassini – Procura di Milano
Michele Prestipino – Procura di Reggio Calabria
Giuseppe Pignatone – Procura di Roma
Coordinatore: Gaetano Savatteri Giornalista
L’incontro ha preso spunto dalla pubblicazione del volume “Il Contagio. Come la ‘ndrangheta ha infettato l’Italia” di Giuseppe Pignatone e Michele Prestipino, a cura di Gaetano Savatteri

 LA STRETTA DI MANO NEGATA – Rifiutarsi di stringere la mano a un mafioso è il modo per non riconoscere il suo ruolo ed eroderne il potere. Lo ha detto il procuratore Giuseppe Pignatone in un convegno in Bocconi. Presenti anche i colleghi Ilda Boccassini e Michele Prestipino. Se il problema fosse ‘militare’, lo Stato avrebbe trionfato da tempo. Ma la mafia e la ‘ndrangheta sono organizzazioni molto complesse, che si reggono sulle relazioni e il consenso sociale, sul fattore reputazionale. Non stringere la mano a un sospetto mafioso è un gesto simbolico ma di alto valore, che va a lederne la reputazione”. Lo ha detto ieri Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica di Roma, intervenuto a un convegno all’Università Bocconi per la presentazione del volume Il Contagio.

 

 PRESENTAZIONE AL SENATO
 ROMA 19 GIUGNO 2012
 SENATO DELLA REPUBBLICA
La sfida delle istituzioni e della società civile alla criminalità organizzata

 
 

IL CONTAGIO 

LA DEDICA DEGLI AUTORI al PSF  – .

 A CURA DI CLAUDIO RAMACCINI – RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE CENTRO STUDI SOCIALI CONTRO LE MAFIE – PROGETTO SAN FRANCESCO