Agnese Borsellino segue
Fiammetta Borsellino – segue
Lucia Borsellino – segue
Manfredi Borsellino – segue
La mattina del 2 giugno 1992 – dieci giorni dopo la morte di Giovanni Falcone – l’anziana madre di Paolo Borsellino, la signora Maria, guardò fuori dal balcone del quarto piano in via Mariano D’Amelio, una tranquilla strada senza uscita al centro di Palermo, e vide quella che descrisse come gente strana in un giardino accanto al suo palazzo, dall’altra parte del muro perimetrale.
Temendo, sulla scia dell’attentato, per la sicurezza del figlio, la donna chiamò la polizia.
Era passato quasi un giorno, era già l’alba della mattina successiva, quando arrivarono il capo della mobile e diversi agenti.
L’unica cosa che trovarono fu la prova che qualcuno era stato poco prima in quel punto. il rapporto fu archiviato e dimenticato.
La paura per la vita del giudice si estese a tutta la famiglia.
Nelle notti successive all’uccisione di Falcone, i tre figli di Borsellino -Manfredi, Lucia e Fiammetta- sognarono morte, bombardamenti e massacri.
Lucia ripensava in continuazione al fatto che un altro omicidio fosse da escludere. <>, diceva per tranquillizzarsi.
Borsellino fervente cattolico, non aveva mai nascosto alla famiglia la sua paura di morire. <>, diceva loro.
Il lato peggiore di quella situazione era l’idea di non poterli più vedere: <>. (Dal libro di John Follain “I 57 GIORNI CHE HANNO SCONVOLTO L’ITALIA”).
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Ricordi di Agnese Borsellino tratti da “TI RACCONTERO’ TUTTE LE STORIE CHE POTRO'”
