“Sono un collaboratore di giustizia di tutto rispetto. Sotto certi aspetti, sono anche più importante di Buscetta.”

 

Uomo d’onore di Cosa nostra, guardaspalle del boss palermitano Rosario Riccobono, killer e autista del corleonese sanguinario Totò Riina. Diciannove anni da “operativo” della mafia, decine di estorsioni, minacce, brutali assassini.

 

“Sono un collaboratore di giustizia di tutto rispetto. Sotto certi aspetti, sono anche più importante di Buscetta. Delinquenti, assassini, ladri, spacciatori, é questo che siamo stati per lunghi anni.” (GASPARE  MUTOLO la mafia non lascia tempo”)

 

CHI È 

 


Il pentito Mutolo in via D’Amelio: “Nessun imbarazzo, sono stato invitato dal fratello di Borsellino”.

Così il boss pentito sulla sua presenza alla commemorazione dove è avvenuto anche l’incontro-scontro con Graziella Accetta, la madre di Claudio Domino, ucciso a 11 anni dalla mafia. “Perché dovrei provare imbarazzo? Molti volevano fare un selfie con me.
E’ vero che ho ucciso e sequestrato persone, ma non ho mai ammazzato giudici e poliziotti”

 

 


Brani tratti dall’agghiacciante racconto pubblicato in “GASPARE  MUTOLO la mafia non lascia tempo” . Il ritratto del “pentito” Mutolo di Anna Vinci.

Come capivo che quello che stavo strangolando era morto. Una sola persona è sopravvissuta alle mie mani –  segue

 


“Chi è per me Totò Riina

“Io a Salvatore Riina lo ho conosciuto nel 1965-64, avevo già fatto tre anni di galera, ero uscito. Poi rientro per una rapina. Ero un po’ ribelle e dalla sezione giovani mi portano in quelli grandi. Allora mi portano nella cella di questo Salvatore Riina, con cui c’era anche Rocco Semiglia, detto Testa di ferro, che mi conosceva da quando ero ragazzo. E dopo con Riina trovo un fascino… reciproco, nasce un rapporto veramente bello”.
“Aveva il carisma, non si arrabbiava mai. Non capivo, ma vedevo che molte persone più anziane di lui rischiavano per andare a salutarlo. E lui sempre tranquillo, pacifico. Stando sempre con lui si conosce veramente il suo carattere”.  
“… un carattere dolce, docile, saggio. Io ero birichino con lui, quando si giocava a dama lui perdeva con tutti e vinceva soltanto con me. Lo facevo apposta? Logico… non solo a dama, anche a carte. Era un uomo deciso ed è diventato feroce perché altri mafiosi intorno a lui erano feroci. Per me è stato come un padre”. Non è l’arena 5 novembre 2022

 

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