13 luglio 2017 Solo successivamente alla collaborazione di Gaspare Spatuzza (avvenuta a decorrere dal giugno 2008), le cui dichiarazioni, puntualmente, concordamente e costantemente riscontrate (anche per il tramite di altro collaboratore, Fabio Tranchina), smentivano radicalmente le propalazioni accusatorie di Scarantino, Andriotta e Candura, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Caltanissetta chiedeva, in data 13 ottobre 2011, alla Corte d’Appello di Catania la revisione delle sentenze di condanna inflitte in esito dei processi cosiddetti Borsellino1 e Borsellino bis.Il processo di revisione: la corte d’Appello di Catania assolve tutti gli imputati condannati in precedenza. CONSIDERATE ATTENDIBILI E DETERMINANTI (contrariamente a quanto aveva sostenuto dal PM Di Matteo) La REVISIONE – A quasi venticinque anni di distanza dalla Strage di Via D’Amelio, il Processo di Appello di revisione per la Strage a seguito delle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, si conclude con l’assoluzione dal reato di strage per 10 imputati che erano stati condannati alla pena dell’ergastolo:
- Gaetano Murana,
- Giuseppe Orofino,
- Cosimo Vernengo,
- Natale Gambino,
- Salvatore Profeta,
- Giuseppe La Mattina,
- Gaetano Scotto,
- Vincenzo Scarantino e
- Salvatore Tommasello, (nel frattempo è deceduto).
- Salvatore Candura.
CANDURA era stato condannato solo per il furto della macchina che venne imbottita di tritolo e non per il reato di strage, mentre Orofino era stato ritenuto responsabile di appropriazione indebita, favoreggiamento e simulazione di reato. TOMASELLO aveva avuto una condanna per associazione mafiosa e non per strage. Di queste dieci persone, tre all’epoca dell’arresto erano incensurate: MURANA, URSO e VERNENGO. Le pg di Catania avevano chiesto per tutti la revisione tranne che per TOMASELLO, sostenendo che a suo carico non ci fossero elementi per una valutazione nuova. La corte d’appello, invece, ha assolto anche lui. Resta per chi ne rispondeva, tranne per TOMASELLO, la condanna per mafia già abbondantemente scontata da tutti tranne che da SCOTTO. La Corte d’appello di Caltanissetta é la sede competente per rideterminare la pena, passaggio fondamentale per quantificare i risarcimenti dei danni che chi è stato condannato ingiustamente chiederà. Da risarcire, infatti, saranno solo i danni derivanti dalla ingiusta condanna per strage, visto che quella di mafia è definitiva.