30 ottobre 2025 – “L’elemento positivo è il fatto che ho ricevuto una comunicazione di indagini sul mio conto per diffamazione aggravata, per avere diffamato qualcuno al congresso di Villa Trabia, insieme a tante persone che oggi sono presenti anche qua”. Quel qualcuno “non può che essere quel colonnello, generale, il quale per me è soltanto un inetto, oltre che il responsabile di tante cose che sono successe nel nostro Paese”. Così è intervenuto Salvatore Borsellino all’inizio della presentazione del libro “Stragi d’Italia” (ed. Fuoriscena), avvenuta ieri al Teatro Garbatella di Roma, ricordando le dichiarazioni che aveva rilasciato lo scorso luglio a Palermo, dove aveva denunciato la sparizione dell’Agenda rossa: il primo depistaggio della strage di via d’Amelio. “A mio avviso, l’agenda rossa, della quale si è perduta ogni traccia, piuttosto che andarla a cercare a casa di La Barbera, quando muore La Barbera, poi a casa di Tinebra, quando muore Tinebra, forse sarebbe meglio andarla a cercare negli uffici o nella casa di Mori. Perché quell’agenda sicuramente è stata sottratta dai servizi segreti e Mori, avendo ricoperto i ruoli che ha ricoperto nei servizi segreti, non può non sapere dove si trova quell’agenda e forse addirittura utilizzarla per quello che gli permette di navigare a livelli così alti come consulente della Commissione antimafia”. Salvatore si è detto “contento di questa querela”, perché “finalmente potremo andare davanti a un giudice a parlare dell’agenda rossa, per la quale non c’è mai stato un processo. Il capitano Arcangioli, che è stato fotografato mentre si allontanava con la borsa di Paolo in mano, è stato assolto in udienza preliminare, senza neanche un processo. E poi non c’è mai stato un processo che riguardasse la sparizione dell’agenda rossa, nonostante nel Borsellino quater la Corte avesse raccomandato di approfondire le indagini sulla sparizione di questa agenda. Ebbene, finalmente potremo andare in un’aula di giustizia a parlare della sparizione di quell’agenda insieme con il mio avvocato, e di questo vi assicuro che sono contento, anche se sarò io a essere imputato”. AntimafiaDuemila