2 novembre 1995 SCARANTINO riafferma di essere “pentito” e leale collaboratore della giustizia

 Rivela inoltre che la moglie gli confidò di avere ricevuto pressioni telefoniche da Pietro Aglieri ed altri latitanti perché lo inducesse a ritrattare. Più volte durante l’’interrogatorio della moglie, Vincenzo Scarantino  grida “bugiarda” alla moglie che risponde: “Bugiardo sei tu, dilla tutta la verità”. Rosalia Basile dichiara inoltre che in occasione della deposizione del marito al processo “gli fecero avere le carte un mese prima e lo fecero studiare”. “Sono qui  per dire tutta la verità e anche mio marito la deve dire. A luglio mio marito voleva tornare a Palermo e ritrattare tutto. Diceva che il verbale lo aveva fatto il pm Petralia e lui aveva firmato. Poi gli hanno fatto fare un confronto con altri pentiti, Cancemi, Di Matteo, La Barbera e anche con Marino Mannoia”. “Quando chiesi di tornare a Palermo vennero i Pm Palma, Petralia e l’avv. Lucia Falzone. Volevo tornare a casa quando Enzo mi disse che era innocente. Ma non potevo uscire perché ero sequestrata in casa. Dopo che mio marito voleva ritrattare ci trasferirono in una villa dove pagavano quattro milioni al mese. In quella villa venne l’ispettore Luigi Pagano che disse a mio marito che poteva richiedere una bella somma se mi convinceva a rimanere, 500 milioni. La dottoressa Palma venne a trovarmi e mi disse che io al processo dovevo avvalermi della facoltà di non rispondere. Ma ho deciso di tornare a casa, l’ho fatto per la mia coscienza. Nei giorni scorsi mio marito mi ha telefonato dicendo ‘Attenta a quello che dici al processo’. Le telefonate sono state registrate, ho le bobine a casa”.

A questo punto Scarantino chiede al presidente della corte Di Natale di parlare: “Giuro su Dio e sulla vita dei miei figli che nessun magistrato, né poliziotto, mi ha detto mai niente”. Rosalia Basile, nella seconda parte della sua lunga testimonianza che si protrae fino a sera, parla ancora delle pressioni che sarebbero state fatte sul marito per indurlo al “pentimento”.
40 giorni dopo Scarantino ribadisce la sua “collaborazione”. Interrogato a Messina, per motivi di sicurezza, dai giudici della corte d’Assise di Caltanissetta, Scarantino spiega di avere ritrattato per una crisi di sconforto.

MISTERI ITALIANI