I magistrati di Caltanissetta si sono recati all’Aisi per perquisire l’ufficio dove lavora una delle figlie dell’ex capo della squadra mobile di Palermo, Arnaldo La Barbera, morto nel 2002 e sospettato di aver acquisito illecitamente l’agenda del magistrato
La procura bussa a casa dei servizi segreti.
Nei giorni scorsi alcuni quotidiani hanno riportato le ultime novità sull’eterna ricerca dell’agenda rossa di Paolo Borsellino: la procura di Caltanissetta lo scorso settembre ha fatto perquisire le case dei famigliari di Arnaldo La Barbera, l’ex capo della squadra mobile di Palermo morto nel 2002.
La moglie e una delle figlie dell’ex questore palermitano sono indagate con l’accusa di ricettazione aggravata dal favoreggiamento alla mafia: i pm nisseni sospettano infatti che abbiano avuto per anni la disponibilità dell’agenda ipoteticamente acquisita illecitamente da La Barbera.
Ciò che non è stato riportato, e che il Foglio è in grado di rivelare, è che nell’ambito di queste perquisizioni i magistrati di Caltanissetta si sono spinti persino a entrare nella sede dell’Aisi, cioè i servizi segreti interni. E’ lì, infatti, che lavora la figlia indagata di La Barbera.
Una forzatura non da poco sul piano istituzionale. Ad ogni modo, come riferiscono fonti qualificate dell’Aisi, la perquisizione da parte della polizia giudiziaria, alla presenza dei pm di Caltanissetta, si sarebbe svolta “in un clima di collaborazione e serenità”.