De Lucia all’Ue: “Contro la criminalità serve coordinamento fra i magistrati europei”

 

È di fondamentale importanza poi introdurre una vera e propria direttiva che renda europeo il nostro 416 bis

“Il vero insegnamento di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino è nella parola coordinamento: mettere insieme le cose, ma anche distinguere”. Con queste parole, il procuratore capo di Palermo, Maurizio de Lucia in foto,  ha rivendicato la centralità delle Procure italiane e l’importanza del loro lavoro investigativo contro la criminalità organizzata. Lo ha fatto a Bruxelles, in occasione del convegno dal titolo “Riciclaggio virtuale e mafie reali: i nuovi paradigmi del crimine transnazionale”, organizzato al Parlamento europeo dall’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Giuseppe Antoci.
Hanno partecipato Giovanni Melillo, procuratore nazionale Antimafia e antiterrorismo, Magnus Brunner, commissario Affari interni della Commissione europea, Javier Zarzalejos, presidente della Commissione Libe, Miranda De Meijer, procuratrice europea Eppo, Burkhard Muhl – Europol, Federica Curtol – Eurojust, Andrea Apollonio, magistrato.I saluti iniziali sono stati affidati a Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, a Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 stelle, ad Alessandro Chiocchetti, segretario generale del Parlamento europeo, e a Federica Favi, ambasciatrice italiana in Belgio.
Nel suo intervento, il procuratore de Lucia ha insistito sul rapporto tra la Procura europea (Eppo) e quelle italiane, specificando l’importanza di Eppo per la tutela del patrimonio economico dell’Ue, ma anche che “i magistrati di Eppo per larga misura non hanno una minima idea di che cosa sia la ripartizione del territorio della provincia di Palermo fra i vari mandamenti mafiosi.
Quando si parla di contrasto al crimine organizzato di tipo mafioso – ha spiegato De Lucia – bisogna avere presente entrambe le visioni. La cattura di Matteo Messina Denaro nasce addirittura 30 anni prima con la cattura di Salvatore Riina e con un lavoro che non è stato soltanto di ricerca di latitanti. Ma è stato anche, se non soprattutto, di ricerca dei patrimoni, di sequestro, di confisca di questi patrimoni fatto in maniera organizzata. Si è formata così – ha aggiunto – una categoria di magistrati particolarmente esperti, che sanno di che cosa stiamo parlando”.
Gli interventi dei relatori sono stati preceduti da un video della presidente del Parlamento europeo, Roberta Matsola: “Il parlamento europeo – ha detto – ha fatto della lotta alla criminalità organizzata in ogni sua forma una priorità politica perché è una battaglia che ci riguarda tutti. Quando sono stata eletta per la seconda volta alla guida di questa istituzione ho voluto citare nel mio discorso di insediamento Giovanni Falcone e Paolo Borsellino perché la loro eredità è il ricordo di chi non si piega. Sono eroi dell’Europa”.
Secondo Antoci, l’impegno contro le mafie dell’Unione europea “deve intensificarsi, perché il riciclaggio e l’infiltrazione dei gruppi criminali nell’economia legale rappresentano un rischio per la stabilità stessa della nostra società. Dobbiamo lavorare – ha aggiunto Antoci – per ottenere la rapida e piena attuazione del pacchetto antiriciclaggio negli Stati membri e approvare un nuovo Codice antimafia che rafforzi i controlli per le aziende che richiedono l’accesso ai fondi europei della Politica agricola così da prevenire i tentativi di infiltrazione.  
È di fondamentale importanza poi introdurre una vera e propria direttiva che renda europeo il nostro 416 bis. Lottare contro la criminalità organizzata – ha concluso – significa per l’Italia e l’Europa difendere i propri valori e la propria dignità”.  12 Dicembre 2024 La Repubblica

 

 

 

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