AUDIO udienza
“I figli del giudice – ha aggiunto l’avvocato – esprimono l’immane grido di dolore per l’accertamento giudiziario completo”
“La famiglia Borsellino e l’Italia stanno ancora pagando il prezzo delle stragi e anche il vilipendio del depistaggio del gruppo La Barbera, che non si merita di essere chiamato gruppo Falcone-Borsellino”. Lo ha detto il legale di parte civile dei figli di Paolo Borsellino, l’avvocato Fabio Trizzino, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta dove si celebra il processo a carico di Matteo Messina Denaro, quale mandante delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Poco prima il procuratore aggiunto aveva chiesto la conferma dell’ergastolo. “I figli del giudice – ha aggiunto – esprimono l’immane grido di dolore per l’accertamento giudiziario completo”. Nella faticosissima ricerca della verita’ della stagione stragista, ha proseguito, “abbiamo dovuto subire anche l’elemento patologico di un depistaggio che rimanda al coinvolgimento di altri rispetto alla deliberazione della stagione stragista come unicamente ascrivibile a cosa nostra”.
Per l’avvocato Trizzino il processo a carico del superlatitante di Castelvetrano “e’ importante perche’ viene contestata l’aggravante della finalita’ del terrorismo a uno dei soggetti considerato il capo di Cosa nostra che con Giuseppe Graviano costituisce il triumvirato con Salvatore Riina”. Vi erano “elementi oggettivi che avrebbero dovuto spingere la procura di Tinebra a contestare questa aggravante. La strage di Capaci ha avuto la funzione di ingerirsi nei meccanismi di votazione di un presidente della Repubblica. L’empasse si sblocca dopo quell’attacco devastante lungo l’autostrada di Capaci. Questo elemento venne totalmente trascurato”. Riina “ha dei problemi enormi in quel preciso momento storico. Ha delle difficolta’ enormi difronte alla sua organizzazione, e’ un capo che ha tradito le aspettative degli associati. Un capo delegittimato. Da qui il gruppo di fedelissimi”. Dopo la strage di Capaci, “Borsellino avrebbe voluto rispolverare il dossier su Mafia e appalti. Sia Graviano sia Messina Denaro hanno interessi negli appalti. E sugli appalti Borsellino aveva iniziato ad indagare”. La conclusione e’ amara: “Abbiamo perso del tempo e dopo trent’anni trovare un quadro probatorio e’ difficile. Dopo tren’tanni non possiamo sperare in una verita’ giudiziaria, ma ci batteremo fino alla morte per una verita’ storica con le carte”.