10 gennaio 1993 L’aeroporto di Palermo viene dedicato a Falcone e Borsellino
12 gennaio 1993 Audizione Capo Servizi Segreti Direttore Sisde ANGELO FINOCCHIARO
15 gennaio 1993 Viene arrestato il capo di Cosa nostra TOTÒ RIINA
15 gennaio 1993 Insieme a TOTÒ RIINA viene arrestato SALVATORE BIONDINO che verrà poi condannato all’ergastolo per la strage di Capaci e quella di via D’Amelio e a 26 anni di reclusione per il fallito attentato dell’Addaura.
9 febbraio 1993 AUDIZIONE di GASPARE MUTOLO in Commissione parlamentare Antimafia.
Cronaca dell’ultimo interrogatorio di Paolo Borsellino
17.3.1993 La procura di Palermo interroga VITO CIANCIMINO – Verbale
17 aprile 1993 L’intervista alla mamma ed alla sorella di Paolo Borsellino – VIDEO
6 maggio 1993 AGNESE BORSELLINO e il perdono… Scrive a Papa Giovanni Paolo II
14 maggio 1993 Fallisce a Roma l’attentato al giornalista MAURIZIO COSTANZO
21.5.1993 AGNESE BORSELLINO «Chi lotta non è più solo» Agnese Borsellino, la moglie del magistrato ucciso in via D’Amelio lo scorso anno, ha diffuso un messaggio attraverso i telegiornali in occasione dell’anniversario della strage di Capaci. «Tra le innumerevoli sensazioni che provo in questi giorni quella che più mi conforta è constatare che quegli uomini che sono stati uccisi perché soli, oggi non sono più soli: la gente fa il tifo per loro. Mi conforta altresì vedere come tutti coloro che dal sacrificio di queste vittime hanno trovato la forza di andare avanti, continuando la loro opera, oggi trovano ampi consensi e adeguati mezzi a disposizione». Ricordando gli uccisi nelle due stragi dello scorso anno a Palermo, la vedova di Paolo Borsellino li ha ringraziati «per il coraggio che non li ha fatti mai fermare dinanzi agli ostacoli e al pericolo della morte: erano uomini consapevoli che la forza dello Stato di diritto sta nella difesa estrema dei propri servitori». [Ansa]
22 maggio 1993 MANFREDI BORSELLINO: «Ogni giorno rivedo mio padre morire»
27 maggio 1993 Firenze – Strage Via dei Georgofili
4 giugno 1993 SANTINO DI MATTEO viene arrestato il 4 giugno del 1993. Accusato di 10 omicidi mafiosi decide di collaborare con la giustizia. Il 23 novembre dello stesso anno suo figlio Giuseppe viene rapito per le rivelazioni del padre sulla strage di Capaci e sull’uccisione dell’esattore IGNAZIO SALVO.
19 luglio 1993 Un anno dopo la strage, su iniziativa della mamma di Paolo Borsellino, MARIA PIA LEPANTO, nella voragine lasciata dall’esplosione del tritolo in via D’Amelio, viene piantumato un ulivo proveniente da Betlemme.
22 luglio 1993 Il boss SALVATORE CANCEMI, coinvolto nelle stragi di Capaci e Via D’Amelio si consegna ai Carabinieri
27 luglio 1993 A Milano la strage di Via Palestro
28 luglio 1993 A Roma autobomba a San Giovanni in Laterano (solo danni materiali)
28 luglio 1993 A Roma autobomba a San Giorgio in Velabro (solo danni materiali)
29 luglio 1993 Il boss mafioso NINO GIOÈ viene ritrovato morto nel carcere di Rebibbia. La versione ufficiale parla di suicidio, ma negli anni gli interrogativi si sono moltiplicati.
31 luglio 1993 Per via D’Amelio fermato un sospettato Strage Borsellino Una persona sarebbe stata fermata ieri nell’ambito dell’inchiesta sulla strage del 19 luglio dello scorso anno, in via D’Amelio a Palermo, dove un’autobomba provocò la morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta. I particolari dell’operazione saranno resi noti stamattina, in una conferenza stampa, dal procuratore della Repubblica di Caltanissetta, Giovanni Tinebra. Altre due persone sono da mesi in carcere accusate di concorso in strage. Si tratta di Vincenzo Scarantino, 28 anni, e di Pietro Scotto, 43. Il primo era stato arrestato nel settembre dello scorso anno con l’accusa di avere procurato la Fiat 126 che venne utilizzata dagli attentatori per compiere la strage. La squadra mobile di Palermo, diretta allora da Arnaldo La Barbera, che prosegue le indagini anche sulla strage di Capaci, giunse alla identificazione di Scarantino attraverso alcune intercettazioni telefoniche tra lo stesso e tre suoi amici che avrebbero rubato, su suo incarico, l’utilitaria utilizzata in seguito per l’attentato. Pietro Scotto, tecnico di una società di telecomunicazioni, arrestato il 27 maggio scorso, secondo l’accusa avrebbe consentito l’intercettazione della telefonata con la quale il giudice Borsellino, il 19 luglio dello scorso anno, avvertiva la madre e la sorella che stava andando a casa loro in via D’Amelio. Secondo l’accusa, per compiere le intercettazioni telefoniche, Scotto avrebbe attivato una connessione tra l’armadio della Sip in via D’Amelio e la propria utenza telefonica. [Ansa]
14 settembre 1993 La “collaborazione” di FRANCESCO ANDRIOTTA per la strage di via Mariano D’Amelio, aprirà la strada in maniera determinante a quella successiva di SCARANTINO
9 ottobre 1993 PRESO L’ UOMO DELLA STRAGE (?)
3 novembre 1993 SCARANTINO viene processato per spaccio di droga e venti giorni dopo condannato a nove anni di detenzione.