In quel verbale, tramesso a Messina il 25 marzo del 2019 a seguito di specifica richiesta della procura, sono riportati due interventi di Nino Di Matteo.
Sul primo intervento, i magistrati di Messina, riferiscono:”Il dottorDi Matteo ha pure rilevato che
➡️ non sempre Spatuzza, a suo giudizio, ha affermato il vero;
➡️ ha aggiunto che, a suo parere, la collaborazione di Spatuzza non è di particolare rilevanza atteso che essa non consente di arrestare nessuno, né di sequestrare alcun bene, né di processare qualcuno. Ha affermato che, secondo lui,
➡️ non sono particolarmente rilevanti neppure le dichiarazioni rese in ordine agli omicidi di padre Puglisi e del giovane Diego Alaimo».
Il secondo intervento del Pm, sempre riferito alla medesima riunione, è così descritto:
➡️ «Il dottor Di Matteo ha manifestato la sua contrarietà alla richiesta di piano provvisorio di protezione sia perché essa attribuirebbe alla dichiarazione di Spatuzza una connotazione di attendibilità che ancora non hanno, sia perché le dichiarazioni di Spatuzza, sebbene non ancora completamente riscontrate,
➡️ potrebbero rimettere in discussione le ricostruzioni e le responsabilità delle stragi, oramai consacrate in sentenze irrevocabili,
➡️ sia perché l’attribuzione, allo stato di una connotazione diattendibilità alle dichiarazioni di Spatuzza potrebbe indurre l’opinione pubblica a ritenere che la ricostruzione dei fatti e le responsabilità di essi, accertate con sentenze irrevocabili, siano state affidate alle dichiarazioni di falsi pentiti protetti dallo Stato,
➡️ e potrebbe, per tale ultima ragione, gettare discredito sulle Istituzionidello Stato, sul sistema di protezione dei collaboratori di giustizia e sugli stessi collaboratori di giustizia».