- Le cause della STRAGE di VIA D’AMELIO secondo SALVATORE BORSELLINO
- SALVATORE BORSELLINO: l’agenda rossa resta nei caveau dei servizi segreti, protetta dal buio e dall’omertà istituzionale sepolta nel fango della Ragion di Stato
- Strage di Via D’Amelio – SALVATORE BORSELLINO: depistaggio istituzionale di Procura e Commissione Antimafia
- Salvatore Borsellino: «Credo che la strage di via d’Amelio sia indissolubilmente legata a quella di Capaci»
- SALVATORE BORSELLINO: una messinscena indecente, una squallida esibizione
- L’attacco di SALVATORE BORSELLINO a MARIA FALCONE e il comunicato del Coordinamento nazionale di Associazioni e familiari di vittime di stragi e attentati
- Salvatore Borsellino: ‘Vogliono eliminare ogni traccia lasciata dal terrorismo nero sulle stragi’
- Chi non vuole (tutta) la verità sulle stragi. Parole durissime di Salvatore Borsellino e Sergio Amato
- SALVATORE BORSELLINO: “Si parla dell’assassinio di mio fratello come se fosse legato agli appalti ma tutti sappiamo che ha ben altre cause
- IL GIORNO – Intervista Salvatore Borsellino
- SALVATORE BORSELLINO: non si è trattato di trattativa ma di complicità tra la mafia e lo Stato inutile aggiungere l’aggettivo “deviato”.
- Salvatore Borsellino blinda via D’Amelio: “Non vogliamo avvoltoi”
- Stragi, Salvatore Borsellino: “Faccia indagini su tutte le stragi non solo via d’Amelio”
- Duro attacco di SALVATORE BORSELLINO a CHIARA COLOSIMO e le reazioni della politica
- SALVATORE BORSELLINO: «Vergogna quanto sta accadendo in Commissione Antimafia»
- Salvatore Borsellino contro tutti. La storia dell’antimafia spaccata
- Salvatore Borsellino: ”Tesi ‘Mafia e Appalti’ deviante. Forse suggerita dal Ros”
- La COMMISSIONE ANTIMAFIA sta allontanando la verità sulle stragi. SALVATORE BORSELLINO: si spera di trovare una sponda in Commissione.
- Salvatore Borsellino: “La giustizia italiana si sta privando delle leggi che Falcone e Borsellino hanno lasciato”
- Audizione di Salvatore Borsellino alla Commissione parlamentare antimafia
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- Salvatore Borsellino: ”Cattura Messina Denaro? Lo Stato lo ha solo curato”
- SALVATORE BORSELLINO ufficializza la rottura anche personale con i figli del fratello Paolo
- L’avvocato FABIO TRIZZINO nel mirino mediatico dei sostenitori di Salvatore Borsellino
- Salvatore Borsellino: ”Qualcuno consiglia i miei nipoti e Trizzino. Forse tra i Ros”
- COMMISSIONE ANTIMAFIA: Salvatore Borsellino contro i figli del fratello PAOLO
- Salvatore Borsellino contro i figli del fratello PAOLO e del loro legale Fabio Trizzino
- Caro SALVATORE BORSELLINO: “ Non hai rispetto per il dolore dei tuoi nipoti e…”
- SALVATORE BORSELLINO attacca FABIO TRIZZINO
Dichiarazioni varie di SALVATORE BORSELLINO in proposito
…”da essi (i figli di Paolo Borsellino) mi divide una posizione processuale che si è venuta a differenziare nel corso di tanti processi arrivando purtroppo, e con mio grande dolore, ad influire anche sui rapporti personali.”
…”ho ascoltato con sconcerto le dichiarazioni fatte in questa sede nei confronti di due magistrati, o meglio di un magistrato e di un ex magistrato, oggi senatore della Repubblica, mi riferisco a Nino Di Matteo (???) Roberto Scarpinato, ai quali mi sento invece di dovere manifestare pubblicamente, e in questa stessa sede, la mia stima e la mia gratitudine per avere in questi lunghi anni, ricercato con tutte le loro forze quella Verità e quella Giustizia per le quali continuo a combattere, in nome di quella Agenda Rossa che ho scelto a simbolo della mia lotta.”
…”Perplesso mi ha lasciato anche, nella ricostruzione dell’avvocato dei figli di Paolo, il diverso peso dato ad alcune parole di Paolo e ad altre parole e circostanze riferite da sua moglie, Agnese Piraino. Sono state messe quasi sullo stesso piano parole per me evidentemente ironiche come “Quei due non me la raccontano giusta” con parole pesanti, terribili, come quelle riferite ad avere appreso che il Generale Subranni era “punciuto” o sulla raccomandazione di chiudere le finestre perché qualcuno, da una postazione situata nel Castello Utveggio poteva spiarlo.”
“Io immagino che ci sia anche qualcuno che consiglia i miei nipoti e l’avvocato Trizzino, probabilmente tra i Ros, che invece io ho sempre condannato, perché hanno grosse responsabilità morali nonostante le assoluzioni.”
“…sinceramente non comprendo come mai dopo trent’anni loro (i figli di Borsellino) abbiano deciso di consegnare una scansione (della agenda marrone di Paolo Borsellino) alla Commissione antimafia, e cosa pensano che si possa trovare.”
…”Dicono che la mafia non può essere diretta da nessuno? (Avvocato Trizzino legale dei figli di Paolo Borsellino) Io invece dico che è stata utilizzata anche da pezzi deviati dello Stato, il cosiddetto “deep-State”, responsabile del “golpe” avvenuto tra il 1992 e il 1993 con il cambio degli equilibri politici.”
Le CAUSE della STRAGE
Secondo i figli di Paolo Borsellino, l’elemento acceleratore della strage fu l’interessamento del giudice, nell’ultima fase della sua vita, al dossier dei ROS su “mafia-appalti”.
Di tutt’altro avviso è Salvatore Borsellino, il quale in Commissione Antimafia ha sostenuto che occorre invece partire «dal furto di quell’Agenda, compiuto, ne sono certo, proprio da quelle stesse mani che hanno voluto la morte di mio fratello, e non sto parlando della mafia, ma di pezzi deviati dello Stato […]
È proprio da questo che si dovrebbe ripartire e non da un dossier “mafia-appalti” che, se pure può essere considerato una concausa, non è sicuramente la vera causa dell’improvvisa accelerazione di una strage che, a quel punto, non poteva più essere rimandata.
Occorreva eliminare, e in fretta, chi rappresentava un ostacolo insormontabile per un disegno criminoso, teso, con l’ausilio anche dell’organizzazione mafiosa e dell’eversione nera, a cambiare gli equilibri di questo nostro disgraziato Paese che da queste stragi, che io ho chiamato e continuerò sempre a chiamare “stragi di Stato”, è stato sempre segnato».
Precedenti…
“Io sono convinto che mio fratello è morto perché si è opposto a una scellerata trattativa, che tra l’altro abbiamo appreso in un’altra sentenza recente non essere neanche un reato.” MENTI IN FUGA 20.7.2022
“Le “menti raffinatissime” hanno accelerato, hanno voluto la morte del giudice Paolo Borsellino. 57 giorni dopo la strage di Capaci. Una «strategia della tensione» per mettere sotto scacco un intero Paese. Per l’ennesima Trattativa tra Cosa nostra e pezzi deviati delle Istituzioni. Non gli è bastata la morte violenta del giudice Giovanni Falcone, l’amico fraterno di Paolo Borsellino. Serviva un’altra dimostrazione di forza. Si doveva eliminare l’ostacolo più grande, più ingombrante. E nemmeno hanno trovato pace. Il piano prevedeva altri obiettivi: come l’Agenda Rossa (prelevata dalla borsa del magistrato in via D’Amelio subito dopo il botto, con i corpi martoriati e ancora caldi). Ma nemmeno davanti a questa vigliaccata si sono fermati.” 24.8.2020 WordNews
“Mio fratello morto ucciso perché si è opposto alla trattativa”AVANTI LIVE 25.9.2020
…”Paolo si era reso conto che un pezzo dello Stato stava tramando contro lui per eliminarlo, perché era di ostacolo a quella scellerata trattativa. Per questo è stato ucciso”. A dirlo, stamane, nel corso del convegno “La storia dell’antimafia come materia a scuola” è stato Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso nel luglio del ’92 a Palermo.” ansa 26.5.2017
“Sono passati vent’anni da quando l’autostrada di Capaci veniva sventrata da tonnellate di esplosivo che facevano strazio dei corpi del giudice Giovanni Falcone, sua moglie Franca Morvillo e degli uomini della scorta. Poco più di un mese dopo, un’autobomba piazzata in via D’Amelio a Palermo mieteva la vittima di Paolo Borsellino. La mafia aveva alzato il tiro, reclamava il rispetto di quei patti presi da una classe politica -quella della Prima Repubblica- ormai giunta sull’orlo del collasso. Il sistema stava per mutare e Cosa Nostra pretendeva prepotentemente di avere un posto d’onore nel nuovo assetto che si andava a delineare.” FANPAGE 27.5.2012
26 novembre 2015
VIDEO
22.7.2014 Salvatore Borsellino: “L’abbraccio a Ciancimino? Lo rifarei”

“Si lo so quell’abbraccio a Massimo Ciancimino in via D’Amelio, nel giorno delle celebrazioni per la strage, ha creato polemiche, a molti non è piaciuto qualche giornalista ci ha scritto sopra. Ma io lo rifarei. Quell’uomo è il principale testimone del processo sulla trattativa. Non sono per nulla pentito”. Lo dice Salvatore Borsellino, fratello del procuratore aggiunto di Palermo, Paolo, ucciso nella strage del 19 luglio 1992 con cinque agenti della polizia di Stato che lo scortavano.
Borsellino aggiunge: “Ho manifestato solidarietà a Ciancimino per le scelte che ha fatto, che paga e pagherà, perchè non vuole che il suo cognome pesi sul figlio così come ha pesato su di lui. Il giudizio penale lo dà la giustizia. So che è stato condannato in via definitiva per riciclaggio. Ma a un uomo che mi chiede di venire in via D’Amelio con suo figlio bambino non posso dire di no. E ho sentito di salutarlo così come ho fatto. Non sono pentito e lo rifarei anche dopo aver letto le critiche”.
“Prima della creazione del movimento delle agende rosse – prosegue – in via D’Amelio venivano anche gli ‘sciacalli’ persone che moralmente sono responsabili della morte di Paolo. Ciancimino ha permesso lo svolgimento del processo Stato-mafia. E’ uno dei principali testimoni se non il principale. Non si è tirato indietro. Questa città, la cosiddetta Palermo bene, che prima affollava le sue feste e accorreva ai suoi inviti ora lo evita e gli volta le spalle. Io no e apprezzo la sua scelta di collaborazione con la giustizia”. LA REPUBBLICA
20.7.2014 Quell’abbraccio da cancellare in via D’Amelio
La maschera di disperata rabbia che disegna il volto di Salvatore Borsellino impone il massimo rispetto per le scelte e le azioni di quest’uomo. In quel suo sguardo spaesato e deciso insieme, si legge il dolore incancellabile per la morte del fratello Paolo e per il gioco a rimpiattino sulla verità che si cela dietro la strage di via D’Amelio condotto da mafie e pezzi deviati dello Stato. Lui, oltre che un cittadino come noi ansioso di sapere finalmente chi e perché ha deciso le stragi del ’92, è anche il fratello del giudice ucciso in via D’Amelio.
Insomma, se per noi le bombe che uccisero prima Falcone e poi Borsellino, insieme alle loro scorte, sono un inquietante mistero di Stato, per lui quel pezzo di storia d’Italia è anche un dolore carnale, ineliminabile. Quell’uomo cerca la verità non solo su un servitore dello Stato ucciso, forse, con la complicità di settori dello Stato (c’è il processo Trattativa, ma non dimentichiamo il depistaggio con arresto di innocenti messo in atto da poliziotti e “avallato” da giudici all’indomani della strage), ma su suo fratello cancellato agli affetti dal tritolo in una strada di Palermo domenica 19 luglio del 1992.
Eppure, neppure quella maschera dolorosamente spaesata può giustificare l’abbraccio tra lui, Salvatore Borsellino, fratello di Paolo e leader del movimento delle Agende rosse e Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo, Vito, testimone chiave del processo Trattativa (molti uomini di Stato hanno risposto alle domande dei pm solo dopo alcune sue rivelazioni), ma anche condannato per riciclaggio e, con ogni probabilità, ancora custode dei segreti sulla effettiva consistenza del patrimonio, costruito sul sangue e sulla violazione delle leggi, lasciatogli dal padre. Intanto, colpisce l’intensità di quell’abbraccio.
Nelle fotografie, si vede Salvatore Borsellino che quasi si abbandona tra le braccia del figlio di don Vito.
A quella maschera di rabbia disperata che cerca la verità sulla morte del fratello si può perdonare tutto, ma la ragione impone di valutare gli atti e i simboli che essi disegnano. Se proprio si doveva accogliere Massimo Ciancimino nel giorno della commemorazione in via D’Amelio, poteva bastare una stretta di mano. Perché, sarà anche vero- come ricordano le Agende rosse- che il figlio di don Vito ha “donato” trecento euro per una loro campagna pubblicitaria, ma quell’uomo è pur sempre uno condannato per aver riciclato i soldi del padre, che ne conserva ancora segreti, bancari e non, che nel 2013 (era già teste nel processo Trattativa) fu intercettato al telefono con il suo commercialista, uomo tra l’altro legato alla ‘ndrangheta.
I due parlavano di affari in termini quantomeno inquietanti e Massimo Ciancimino si vantava di poter fare tutto proprio perché era diventato “un’icona dell’antimafia” e, dunque, godeva di una sorta di impunità. Così, giusto per ricordare che qualcuno- nei giorni successivi a quel 19 luglio del 1992- scrisse sui muri di Palermo, con felice intuizione: “Meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino”. E che a Palermo, più che altrove, è sempre bene tener distinti i ruoli e le storie personali. Soprattutto quando queste non sono del tutto chiare. LA REPUBBLICA
Anche Asparinu in Via D’Amelio invitato da Salvatore Borsellino
13 giugno 2023 Salvatore Borsellino: “Berlusconi sapeva la verità sulla morte di mio fratello, non la conosceremo mai”
A Fanpage.it, dopo la morte di Silvio Berlusconi, parla Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo ucciso da Cosa Nostra con una bomba in via D’Amelio a Palermo il 19 luglio del 1992: “Berlusconi sapeva la verità sulla strage”.
A Fanpage.it, dopo la morte di Silvio Berlusconi, parla Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo ucciso da Cosa Nostra con una bomba in via D’Amelio a Palermo il 19 luglio del 1992.
Che ricordo ha di Silvio Berlusconi? Non sono cristiano. Ma se dovessi dire qualcosa preferirei sperare che non riposi in pace così come non riposeranno in pace tutte le vittime delle stragi di mafia nel nostro Paese e sul quale c’è ancora un forte punto interrogativo. Berlusconi era ancora indagato dalla Procura di Firenze (insieme a Dell’Utri) come mandante esterno delle stragi del 1992 e del 1993. Purtroppo non potrò confidare in una giustizia.
Secondo lei Berlusconi che segreti non ha mai rivelato sulle stragi? I segreti riguardano la verità sulle stragi del ’92 e del ’93. Ora con la sua morte si chiuderanno probabilmente le inchieste per morte dell’indagato e quindi la verità non la sapremo mai.
Secondo lei Berlusconi sapeva la verità sulla strage di via d’Amelio? Assolutamente sì.
Ora per arrivare alla verità su cosa bisogna sperare? Con la morte di Berlusconi ora possiamo sperare che i Graviano decidano di collaborare con la magistratura.
Perché dice così? Perché i Graviano speravano che Berlusconi li potesse aiutare a uscire dal carcere. Speravano in un aiuto dalla politica. Ora spero che, siccome non possono più sperare di essere ascoltati da Berlusconi, decidano di collaborare. Anche se questo sarà molto difficile.
Berlusconi non ha mai incontrato negli anni voi familiari di Paolo Borsellino? No, non avrei mai neanche voluto incontrarlo. Solo una volta Berlusconi, era appena diventato presidente del Consiglio, ha citofonato al campanello di mia sorella quando ancora abitava in via D’Amelio. Le ha chiesto di essere ricevuto: era in visita a Palermo. Ma mia sorella non l’ha fatto entrare. Avrei fatto lo stesso anche io.
Secondo lei cosa avrebbe detto Berlusconi a sua sorella? Avrebbe manifestato la sua solidarietà e vicinanza. Null’altro.