SALVATORE BORSELLINO…

 

… da essi (Fiammetta , Lucia e Manfredi Borsellino) è emersa una posizione processuale che si è venuta a differenziare nel corso dei tanti processi, arrivando purtroppo, e con mio grande dolore, a influire anche sui rapporti personali. (Da audizione Commissione Parlamentare Antimafia) 


 

“Non ho mai creduto alla giustizia degli uomini, sono laico e non posso quindi confidare neanche nella giustizia di Dio


… dopo la morte di Paolo arrivai a dire che se Dio aveva voluto che Paolo morisse perché il nostro Paese potesse cambiare allora avrei ringraziato Dio di averlo fatto morire.

 

21 ottobre 2009 Apcom –  “Ho grande fiducia nella magistratura, e sono convinto che nell’incontro del 25 giugno nel 1992, di cui i carabinieri hanno parlato quattro anni dopo, non si è parlato di mafia e appalti”. Lo ha sostenuto a Radio Anch’io su Radio Uno, Salvatore Borsellino il fratello del magistrato assassinato in via d’Amelio. Quell’incontro, quasi carbonaro, nella caserma Carini di Palermo, è stato ricordato ieri nel corso della sua deposizione dal generale Mario Mori. “Se Paolo era al corrente della trattativa portata avanti da pezzi dello Stato io penso che ne avrà parlato con Mori e De Donno – ha detto – e così penso che il 1 luglio ne parlò con Nicola Mancino”.Secondo il fratello, Paolo Borsellino “è stato ucciso perché si è messo di mezzo a questa trattativa. Ora vengono fuori grazie alle dichiarazioni di Massimo Ciancimino e al lavoro di magistrati coraggiosi, certe cose e adesso tante persone che tacevano ora recuperano la memoria”.

 




 


 

Uccidere Giovanni senza uccidere Paolo non sarebbe servito a niente, perché Paolo fino all’ultimo giorno della sua vita avrebbe cercato di arrivare agli assassini di suo fratello. E forse io ritengo, è una convinzione che mi sono fatta negli ultimi tempi, che Paolo ci fosse arrivato e quello è il motivo dell’accelerazione improvvisa di quella strage. Paolo sarebbe stato ucciso, ma non così presto, non in un momento in cui non conveniva neanche alla mafia uccidere Paolo. Non era nell’interesse della mafia uccidere Paolo. Bastava che aspettassero meno di un mese perché che quel decreto legge, il decreto legge Falcone, così lo chiamavano, che era stato presentato dopo la morte di Falcone che prevedeva l’ergastolo ostativo e il 41 bis, la legge sui collaboratori di giustizia, quel decreto non sarebbe stato approvato in Parlamento. C’era una maggioranza garantista che non l’avrebbe fatta approvare. Ci volle la strage di via D’Amelio perché la reazione dell’opinione pubblica e di parte della politica portasse a far sì che quel decreto legge – che conteneva proprio quei punti che Totò Riina aveva messo nel suo papello -, fosse attuato… Quindi non era nell’interesse della mafia in quel momento fare quella strage. Eppure viene fatta, come dice Riina, perché qualcuno glielo aveva chiesto.
Non è stata la mafia che ha accelerato l’esecuzione di quella strage, quindi c’è qualcos’altro.
Quel qualcos’altro io penso che sia soprattutto le parole che Paolo dice il 25 di giugno alla biblioteca comunale di Palermo dove dice, parlando della strage di Capaci, ‘Io sono un testimone e aspetto di essere chiamato dall’autorità giudiziaria per rappresentare davanti a loro, che sono gli unici che possono sapere quanto quello che io so e quello che ho scoperto su quella strage, quanto a mia conoscenza (ndr)  sperando che possa servire ad arrivare alla verità. Paolo non verrà mai chiamato a Caltanissetta e quella strage viene accelerata proprio da quelle parole. Paolo con quelle parole firma la sua condanna a morte.
Non verrà mai chiamato da Caltanissetta, dove poi, basta pensare, viene chiamato quel Bruno Contrada a collaborare all’indagine, addirittura in maniera irrituale perché apparteneva ai servizi segreti. Quel Bruno Contrada di cui Gaspare Mutolo in quei giorni stava dicendo e rivelando a Paolo i suoi contatti con la mafia. Quella, ripeto, è la condanna a morte di Paolo e ripeto che sono convinto che Paolo avesse trovato in quei giorni qualcosa che riguardava la strage di Capaci. Forse, ritengo, addirittura la partecipazione di qualcuno dei suoi amici di gioventù insieme a quel Delle Chiaie che aveva frequentato Palermo nei giorni prima della preparazione. E, probabilmente, Paolo aveva saputo anche di qualcuno dei suoi amici perché Paolo tante di quelle persone che poi hanno preso la cattiva strada, Ciavardini, Concutelli, tanti erano stati i suoi compagni di destra ed erano esponenti dalla destra che poi, però, era una destra diversa da quella a cui apparteneva Paolo, che hanno però purtroppo preso delle cattive strade, perché la partecipazione dell’eversione nera a questa sequenza di stragi che sono avvenute nel nostro paese è indubbia, anche se oggi l’ennesimo depistaggio, che io chiamo depistaggio istituzionale della stessa commissione parlamentare antimafia, vuole cancellare in qualche maniera le tracce di questa partecipazione. Sì, tra l’altro anche l’artificiere di Capaci, Rampulla, è un mafioso esponente di destra, quello che avrebbe dovuto essere l’artificiere di di Capaci e che poi all’ultimo momento dice che di avere un impegno lasciando nelle mani di Brusca un telecomando praticamente inattivo per evitare che venisse premuto in un momento sbagliato…

Brusca ha soltanto creduto di avere provocato quella strage. Ci volevano ben altri dispositivi per riuscire a centrare una macchina che va a più di 150 all’ora su un’autostrada nel momento in cui passa sopra ad un cunicolo, su un cunicolo che non è neanche visibile sull’autostrada e comando da una casupola che per la sua distanza dalla dall’esplosivo che bisognava innescare, ci vogliono circa 0,79 secondi per far arrivare il segnale da quella postazione all’esplosivo. Quindi è impensabile che possa essere stato comandato da quella casupola dove c’è scritta No Mafia.
Quindi tu non credi che sia stato Brusca a premere il telecomando?
Assolutamente no. (Tratto dall’intervista a cura di ALTRO 16.8.2025 – 19luglio1992.com)

 

 

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La “VERITÀ” di Salvatore Borsellino – Dopo il “depistaggio Scarantino” oggi vi è quello messo in campo dalla Commissione Parlamentare Antimafia che ha concentrato i suoi lavori unicamente sul fantomatico rapporto mafia-appalti.
Questa, in sostanza, la dura accusa lanciata dall’ing. Salvatore Borsellino. Una tesi, quella sostenuta dal fratello del compianto magistrato che, ancora una volta, lo pone in totale contrapposizione ai figli di Paolo Borsellino. Non solo: se fossero vere le sue accuse, i suoi nipoti si sarebbero resi conseguentemente complici di questo nuovo depistaggio.
 

 

Le posizioni processuali mie e quelle dei figli di Paolo e del loro avvocato sono sicuramente nettamente distinte. Io porto avanti una certa posizione processuale. I figli di Paolo ne portano avanti un’altra che purtroppo è troppo simile a quella che portano avanti Mori e De Donno, quelle due persone … che sono state assolte nel processo sulla trattativa…. In effetti non esiste un reato di trattativa, ma esistono le conseguenze delle trattative. Se una trattativa porta a salvare delle vite degli ostaggi è una trattativa che viene portata avanti dai servizi di intelligence di tutto il mondo. Però una cosa diversa è (ndr) se la trattativa porta, come ha portato questa trattativa di cui è stata affermata l’esistenza anche nelle sentenze, ad altre stragi perché la strage di via dei Georgofili, la strage di via Palestro sono una diretta conseguenza di questa trattativa. Quindi quelli che oggi proclamano eroi Mori e De Donno dovrebbero tenere conto di questo. A mio avviso dovrebbero tenerne conto anche i figli di Paolo…   (Tratto dall’intervista a cura di ALTRO 16.8.2025 – 19luglio1992.com)

 

 

PAOLO BORSELLINO: l’amicizia con GIOVANNI FALCONE nacque alla Kalsa ma secondo il fratello é una favola

VIDEO – La mia amicizia con GIOVANNI FALCONE risale al periodo di quando eravamo bambini …




 

 


  
AGENDA ROSSA
… a me risulta che Paolo facesse delle copie di tutto ciò di cui si occupava, che poi conservava con meticolosità assoluta. Così come sono riusciti a entrare nell’ufficio di Falcone per cancellare il data bank.  Le copie sono state fatte sparire così com’è sparita” l’agenda. Dall’intervista a Salvatore Borsellino di Giuseppe Lo Bianco per Il Fatto Quotidiano 18.11.2023 


20.6.2013 SALVATORE BORSELLINO: Per l’assassinio (di Paolo Borsellino) é stata scelta Via D’Amelio per poter sottrarre l’agenda rossa. VIDEO


SALVATORE  BORSELLINO  promotore del Coordinmento familiari 𝐯𝐢𝐭𝐭𝐢𝐦𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐠𝐢 di terrorismo e di mafia

“L’idea mi è nata proprio a causa del tentativo in atto da parte di questo governo di riscrivere la storia del nostro Paese, cancellando la responsabilità dei servizi e dell’eversione nera, parcellizzando lo studio delle stragi e banalizzandone le cause.
Secondo quest’ottica, esse devono essere attribuite soltanto a quanti sono stati utilizzati come esecutori, escludendo anzi da questi gli esecutori neofascisti. Inoltre, le ultime sentenze della magistratura hanno ancora di più allontanato la speranza di potere avere, nel corso della vita che mi resta, quella verità e quella giustizia per cui combatto da anni. Ho pensato allora che fosse necessario avere una voce comune, e quindi più forte e più incisiva, da parte delle associazioni dei familiari di vittime per quella che dovrebbe essere una esigenza di tutto il Paese. E che invece, troppo spesso, viene lasciata in carico soltanto a noi. Sono riuscito così a mettere insieme un Coordinamento tra queste associazioni, che riuniscono i familiari delle vittime di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, della Stazione di Bologna, della strage di Via dei Georgofili, della strage del treno Italicus, della strage del Rapido 904, oltre che singoli familiari come io stesso, la famiglia Catalano, Brizio Montinaro, Stefano Mormile, Sergio Amato, la famiglia Agostino, Angela Manca, Paola Caccia, Luana Ilardo(fonte Antimafia Duemila)


22.6.2018 “Ti chiedo scusa per le incaute affermazioni di un membro della mia famiglia”

 

 

”Depistaggio di Stato, il Csm lasci stare Di Matteo” – 10 Settembre 2018.  Lettera di Salvatore Borsellino al Vicepresidente CSM 


 


26 novembre 2015

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Dichiarazioni varie di SALVATORE BORSELLINO in proposito 


…”da essi (i figli di Paolo Borsellino) mi divide una posizione processuale che si è venuta a differenziare nel corso di tanti processi arrivando purtroppo, e con mio grande dolore, ad influire anche sui rapporti personali.

…”ho ascoltato con sconcerto le dichiarazioni fatte in questa sede nei confronti di due magistrati, o meglio di un magistrato e di un ex magistrato, oggi senatore della Repubblica, mi riferisco a Nino Di Matteo (???) Roberto Scarpinato, ai quali mi sento invece di dovere manifestare pubblicamente, e in questa stessa sede, la mia stima e la mia gratitudine per avere in questi lunghi anni, ricercato con tutte le loro forze quella Verità e quella Giustizia per le quali continuo a combattere,  in nome di quella Agenda Rossa che ho scelto a simbolo della mia lotta.”

…”Perplesso mi ha lasciato anche, nella ricostruzione dell’avvocato dei figli di Paolo, il diverso peso dato ad alcune parole di Paolo e ad altre parole e circostanze riferite da sua moglie, Agnese Piraino. Sono state messe quasi sullo stesso piano parole per me evidentemente ironiche come “Quei due non me la raccontano giusta” con parole pesanti, terribili, come quelle riferite ad avere appreso che il Generale Subranni era “punciuto” o sulla raccomandazione di chiudere le finestre perché qualcuno, da una postazione situata nel Castello Utveggio poteva spiarlo.”

“Io immagino che ci sia anche qualcuno che consiglia i miei nipoti e l’avvocato Trizzino, probabilmente tra i Ros, che invece io ho sempre condannato, perché hanno grosse responsabilità morali nonostante le assoluzioni.”

“…sinceramente non comprendo come mai dopo trent’anni loro (i figli di Borsellino) abbiano deciso di consegnare una scansione (della agenda marrone di Paolo Borsellino) alla Commissione antimafia, e cosa pensano che si possa trovare.”

…”Dicono che la mafia non può essere diretta da nessuno? (Avvocato Trizzino legale dei figli di Paolo Borsellino) Io invece dico che è stata utilizzata anche da pezzi deviati dello Stato, il cosiddetto “deep-State”, responsabile del “golpe” avvenuto tra il 1992 e il 1993 con il cambio degli equilibri politici.”

 

Le CAUSE della STRAGE

Secondo i figli di Paolo Borsellino, l’elemento acceleratore della strage fu l’interessamento del giudice, nell’ultima fase della sua vita, al dossier dei ROS su “mafia-appalti”.
Di tutt’altro avviso è Salvatore Borsellino, il quale in Commissione Antimafia ha sostenuto che occorre invece partire «dal furto di quell’Agenda, compiuto, ne sono certo, proprio da quelle stesse mani che hanno voluto la morte di mio fratello, e non sto parlando della mafia, ma di pezzi deviati dello Stato […]
È proprio da questo che si dovrebbe ripartire e non da un dossier “mafia-appalti” che, se pure può essere considerato una concausa, non è sicuramente la vera causa dell’improvvisa accelerazione di una strage che, a quel punto, non poteva più essere rimandata.  
Occorreva eliminare, e in fretta, chi rappresentava un ostacolo insormontabile per un disegno criminoso, teso, con l’ausilio anche dell’organizzazione mafiosa e dell’eversione nera, a cambiare gli equilibri di questo nostro disgraziato Paese che da queste stragi, che io ho chiamato e continuerò sempre a chiamare “stragi di Stato”, è stato sempre segnato».

Precedenti…

“Io sono convinto che mio fratello è morto perché si è opposto a una scellerata trattativa, che tra l’altro abbiamo appreso in un’altra sentenza recente non essere neanche un reato.” MENTI IN FUGA 20.7.2022

“Le “menti raffinatissime” hanno accelerato, hanno voluto la morte del giudice Paolo Borsellino. 57 giorni dopo la strage di Capaci. Una «strategia della tensione» per mettere sotto scacco un intero Paese. Per l’ennesima Trattativa tra Cosa nostra e pezzi deviati delle Istituzioni. Non gli è bastata la morte violenta del giudice Giovanni Falcone, l’amico fraterno di Paolo Borsellino. Serviva un’altra dimostrazione di forza. Si doveva eliminare l’ostacolo più grande, più ingombrante. E nemmeno hanno trovato pace. Il piano prevedeva altri obiettivi: come l’Agenda Rossa (prelevata dalla borsa del magistrato in via D’Amelio subito dopo il botto, con i corpi martoriati e ancora caldi). Ma nemmeno davanti a questa vigliaccata si sono fermati.” 24.8.2020 WordNews

“Mio fratello morto ucciso perché si è opposto alla trattativaAVANTI LIVE 25.9.2020

…”Paolo si era reso conto che un pezzo dello Stato stava tramando contro lui per eliminarlo, perché era di ostacolo a quella scellerata trattativa. Per questo è stato ucciso”. A dirlo, stamane, nel corso del convegno “La storia dell’antimafia come materia a scuola” è stato Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso nel luglio del ’92 a Palermo.” ansa 26.5.2017

“Sono passati vent’anni da quando l’autostrada di Capaci veniva sventrata da tonnellate di esplosivo che facevano strazio dei corpi del giudice Giovanni Falcone, sua moglie Franca Morvillo e degli uomini della scorta. Poco più di un mese dopo, un’autobomba piazzata in via D’Amelio a Palermo mieteva la vittima di Paolo Borsellino. La mafia aveva alzato il tiro, reclamava il rispetto di quei patti presi da una classe politica -quella della Prima Repubblica- ormai giunta sull’orlo del collasso. Il sistema stava per mutare e Cosa Nostra pretendeva prepotentemente di avere un posto d’onore nel nuovo assetto che si andava a delineare. FANPAGE  27.5.2012

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