🟧 ARCHIVIO ➡️ STRAGE VIA D’AMELIO – Il depistaggio e il pupo vestito da mafioso (dalle sentenze Borsellino Uno, Bis, Ter, Quater, Revisione e Depistaggio)

 

VINCENZO SCARANTINO, il pupo vestito da mafioso

 

é una figura assai controversa nella storia giudiziaria italiana, noto per il suo ruolo come collaboratore di giustizia nei processi legati alla Strage di Via D’Amelio. Le sue dichiarazioni hanno avuto un impatto significativo sui processi “Borsellino uno” e “Borsellino bis”, che hanno portato a condanne definitive di persone innocenti, e sono considerate parte di uno dei più gravi depistaggi nella storia giudiziaria del paese. Nato a Palermo il 21 ottobre 1965, Scarantino è cresciuto nel quartiere Guadagna, dove era conosciuto come “Enzo” o “Enzuccio”. Nonostante la sua mole imponente, è stato bocciato più volte alle scuole elementari e non ha conseguito la licenza elementare, mantenendo l’incapacità di scrivere in corretto italiano fino ad età adulta. Scarantino è stato arrestato il 26 settembre 1992 e accusato di aver commissionato il furto di un’automobile utilizzata nell’attentato al giudice Borsellino. Nel luglio 1994, ha deciso di “collaborare” con la giustizia, fornendo una sua versione degli eventi legati alla strage. Tuttavia, la sua credibilità è stata messa in dubbio e le sue dichiarazioni sono state poi ritrattate, rivelando la complessità e le sfide nel perseguire la verità in casi di tale gravità. La vicenda di Scarantino rimane un capitolo oscuro e controverso, che ha lasciato un segno indelebile sulla lotta contro la mafia e sulla ricerca della giustizia in Italia. Dopo essere stato recluso nel carcere di massima sicurezza di Pianosa, Scarantino il 24 giugno 1994 decide di collaborare con gli inquirenti spiegando come venne organizzata la strage in cui morì il giudice Borsellino per cui venne condannato a 18 anni per poi accusare i poliziotti e magistrati, che lo avrebbero spinto a fare quelle accuse.  Nel 1998 Scarantino ammette di non avere preso parte all’attentato di via D’Amelio e di essere stato costretto da Arnaldo La Barbera, ex capo della squadra mobile di Palermo a confessare il falso, e di aver subito maltrattamenti durante la sua detenzione nel carcere di Pianosa    Nel 2007 il pentito Gaspare Spatuzza confessa di essere stato l’autore del furto dell’auto FIAT 126 usata per l’attentato, scagionando Scarantino e dimostrando che era un falso pentito, usato per sviare le indagini sulla morte di Borsellino. Spatuzza fornisce testimonianze che hanno contribuito a smontare le affermazioni di Scarantino, che per anni sono state la base di alcuni processi giudiziari.  In particolare, Spatuzza rivela di essere stato coinvolto nel furto della Fiat 126 usata per l’attentato, una confessione che ha messo in dubbio la versione dei fatti fornita da Scarantino e ha evidenziato le incongruenze nelle sue dichiarazioni. Queste rivelazioni hanno avuto un impatto significativo sulle indagini e sui processi legati alla strage, portando a riconsiderare le prove e le testimonianze precedentemente accettate.


8️⃣ 5 aprile 2023 – Dalla Sentenza “Processo Depistaggio”

 


7️⃣ 20 aprile 2017 – Dalla Sentenza “Borsellino Quater” primo grado

 


6️⃣ 13 ottobre 2011

 


5️⃣ 3 luglio 2003 Dalla Sentenza Corte di Cassazione “Borsellino Bis”

 


4️⃣ 18 marzo 2002  Dalla Sentenza Appello “Borsellino Bis”

 


3️⃣ 9 dicembre 1999 Dalla Sentenza “BORSELLINO TER” TESTO

 

  • Interrogatorio del 24.6.1994 davanti al Pubblico Ministero rappresentato dalla dott.ssa Ilda BOCCASSINI e dal dott. Carmelo PETRALIA e al dirigente della Polizia di Stato dott. Arnaldo LA BARBERA.
  • Interrogatorio del 29.6.1994 davanti al Pubblico Ministero rappresentato dal dott. Giovanni TINEBRA, dott.ssa Ilda BOCCASSINI, dott. Carmelo PETRALIA, dott. Roberto SAIEVA, nonchĂŠ al dott. Arnaldo LA BARBERA.
  • Interrogatorio del 15.7.1994 davanti al Pubblico Ministero rappresentato dalla dott.ssa Ilda BOCCASSINI e al dott. Arnaldo LA BARBERA.

2️⃣ 13 febbraio 1999 Dalla Sentenza “Borsellino Bis”

 


1️⃣ 27 gennaio 1996 – Dalla Sentenza “Borsellino Uno” primo grado

 

La  “COLLABORAZIONE” di ANDRIOTTA e SCARANTINO 

 


 

Quando il PM ANTONINO DI MATTEO non credette alla ritrattazione di SCARANTINO e neppure Corte d’Assise del “Borsellino Bis”

 

20 febbraio 2023 AVVOCATO DI GREGRIO: “Smascherammo Scarantino ma non ci credettero

 

28.6.2022 – FABIO TRIZZINO: “PM DI MATTEO E PALMA HANNO DIFESO PERVICACEMENTE DEPISTAGGIO”