416 BIS, “contaminiamo” l’Europa…

 

L’Italia dispone della legislazione antimafia più avanzata a livello internazionale. Occorre una direttiva UE che la estenda almeno a livello europeo.


RETI CRIMINALI IN EUROPA – Europol, l’agenzia di polizia europea con sede a L’Aia, ha elaborato una mappa delle reti criminali presenti nell’Unione europea, analizzando i loro traffici e il loro modus operandi. Sono 821 le reti criminali attive in territorio europeo. C’è la ndrangheta, la mocro-mafia, le mafie russe, cinesi, giapponesi, slave, albanesi, nigeriane, turche, tanto per citare le più rilevanti. I proventi criminali sono investiti in vari paesi europei e sudamericani, principalmente in immobili, ristoranti, supermercati, alberghi e altre attività commerciali.


Il 13 settembre 1982 il Parlamento italiano approva la legge 646/92 e introduce l’art.416 bis nel codice penale. Essere mafiosi è finalmente reato.  La Legge Rognoni La Torre rappresenta una  grande conquista dello Stato nella lotta alla mafia la legge  ma che si lascia alle spalle un prezzo troppo caro.  Prima il sangue di Pio La Torre promotore della legge, il 30 aprile 1982, poi quello del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, il 3 settembre 1982. “Questo particolare la dice tutta sull’impegno “schizofrenico” dello Stato nella lotta alla mafia: prima di avere le leggi giuste e i poteri giusti per combatterla sono sempre serviti i morti “eccellenti”. GIOVANNI FALCONE



A poco più di 5 mesi dall’omicidio di Pio La Torre e dopo 10 giorni dall’assassinio di dalla Chiesa, il 13 settembre 1982, viene promulgata la legge n. 646, nota come legge “Rognoni-La Torre”, che introduce per la prima volta nel codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali. Il primo rapporto giudiziario di denuncia per il 416 bis venne trasmesso all’A.G., dalla Sezione Anticrimine e dalla Squadra Mobile di Palermo, l’8 febbraio 1983, con la denuncia di Riccobono Rosario + 39.  Gen. ANGIOLO PELLEGRINI (già stretto collaboratore dei giudici Falcone e Borsellino)


Art. 416-bis, codice penale – Associazione di tipo mafioso  Chiunque fa parte di un’associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da tre a sei anni. Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l’associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da quattro a nove anni.
L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per
acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri.
Se l’associazione è armata si applica la pena della reclusione da quattro a dieci anni nei casi previsti dal primo comma e da cinque a quindici anni nei casi previsti dal secondo comma.
L’associazione si considera armata quando i partecipanti hanno la disponibilità, per il conseguimento della finalità dell’associazione, di armi o materie esplodenti, anche se occultate o tenute in luogo di deposito.
Se le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, o il profitto di delitti, le pene stabilite nei commi precedenti sono aumentate da un terzo alla metà.
Nei confronti del condannato è sempre obbligatoria la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto, il profitto o che ne costituiscono l’impiego. Decadono inoltre di diritto le licenze di polizia, di commercio, di commissionario astatore presso i mercati annonari all’ingrosso, le concessioni di acque pubbliche e i diritti ad esse inerenti nonché le iscrizioni agli albi di appaltatori di opere o di forniture pubbliche di cui il condannato fosse titolare.
Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso.


Sarebbe un errore colossale pensare che le mafie sono un problema italiano. Non è così. Io mi auguro che gli stati europei non facciano l’errore fatto dalle regioni del Nord Italia dove nel decenni passati prevalse l’idea che la mafia fosse un problema del Mezzogiorno d’Italia. Fu un errore che stiamo pagando ancora adesso. (Enzo Ciconte)


3.7.2024 La lotta alle mafie passa anche attraverso la legislazione europea



All’estero l’antimafia c’è, pensare il contrario è dannoso, sostiene la studiosa Anna Sergi


“Entro in casa e gli taglio il cuore”, “In Svizzera non c’è il 416 bis”: così la ‘ndrangheta si è presa il mercato della coca in Europa Grandi abbuffate e abiti gessati: imprenditori, politici e bassa manovalanza in un mix tra metodi arcaici e nuove frontiere. È la “Nuova Narcos europea” con al vertice la cosca Molè della piana di Gioia Tauro che ha dato il nome all’ultimo maxi blitz, con 104 arresti«Stanno bene in Svizzera… In Svizzera non esiste il 416 bis». Sono gli stessi indagati a parlarne intercettati: i tentacoli della ‘ndrangheta, dalla Calabria non sono più radicati solo nel Nord Italia, a partire dalla Lombardia. Ma hanno raggiunto ben altre latitudini, fino a creare una “locale Europea”, con propaggini soprattutto in Svizzera e in Germania. La “Nuova Narcos europea”, con al vertice la cosca Molè della piana di Gioia Tauro, ha dato il nome all’ultimo maxi blitz, con 104 tra arresti e fermi, e sequestri per oltre due milioni di euro, coordinato dalle Dda di Reggio Calabria, Milano, Firenze, e con la collaborazione delle autorità svizzere.Tratto da LA STAMPA 16.11.2021



La crisi e le sue potenziali ricadute
economiche e sociali minacciano di creare le condizioni ideali per la diffusione della criminalità organizzata nella Ue”, spiega Europol.
Due esempi emergono dal rapporto europeo: l’infiltrazione della criminalità organizzata nello smaltimento illecito di rifiuti sanitari, scoperta in Spagna, e nel commercio di prodotti sanitari anti-Covid contraffatti e illegali, che ha coinvolto anche l’Italia.
Dallo scoppio della pandemia, Europol ha individuato la potenziale crescita del trattamento e dello smaltimento illecito dei rifiuti sanitari, il loro stoccaggio, scarico e spedizione come un nuovo business per le mafie europee.
Il 25 settembre 2020, una maxioperazione sovranazionale ha scoperto e rimosso dal web 123 account di social media e 36 siti che vendono prodotti contraffatti, sequestrando merci illegali e contraffatte per quasi 28 milioni, con 10 persone arrestate in Grecia e altre 37 denunciate in Grecia, Italia e Portogallo.
L’indagine ha portato al sequestro, tra l’altro, di apparecchiature mediche contraffatte e non conformi, tra cui 27 milioni di mascherine scoperte in Italia dalla Guardia di Finanza. 

RELAZIONE

Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio legislativo Commissione per l’elaborazione di proposte normative in tema di lotta, anche patrimoniale, alla criminalità organizzata (DPCM 30.5.2014) Relazione ed Articolato



 


26.10.2016 Mafie in Europa, ok del Parlamento Ue alla risoluzione. Ferrara (M5s): “Più vicino (???) il reato comune di associazione mafiosa”  Via libera a Strasburgo al documento che chiede ai ventotto Paesi l’adozione di un Piano d’azione condiviso per combattere criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio. Obiettivo, superare le differenze fra le normative nazionali che indeboliscono il contrasto ai boss e ai loro interessi economici. Tra i punti, la confisca a scopo preventivo, la tutela dei whistleblower e l’incandidabilità dei condannati. La relatrice: “La piaga riguarda tutta l’Unione. Ora speriamo in una proposta di legge della Commissione”  “La criminalità organizzata è una piaga che riguarda tutta l’Europa, non solo l’Italia. Bisogna contrastarla con linee guida comuni. E con questo voto l’introduzione nella legislazione europea del reato di associazione mafiosa è più vicina”. Con 545 , 91 no e 61 astensioni, gli eurodeputati riuniti in plenaria a Strasburgo hanno dato il via libera alla risoluzione che chiede ai ventotto Paesi l’adozione di un Piano d’azione europeo per combattere criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio. 


Ue Parlamento estendere reato associazione mafiosa in Europa Commissione ad hoc approva rapporto finale, misure comuni. 

Estendere la fattispecie di ”associazione mafiosa” ed armonizzare la definizione di criminalità organizzata in tutti i 28 Stati membri della Ue. Lo ha chiesto la Commissione speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro (Crim) del Parlamento Ue approvando, con 29 sì e 7 astensioni, la relazione finale firmata da Salvatore Iacolino di Grande Sud. Il testo verrà votato il prossimo 22 ottobre dalla plenaria di Strasburgo, ma non è vincolante. ”Disciplinare giuridicamente la fattispecie mafiosa è fondamentale – commenta Iacolino subito dopo il voto – se la mafia non è riconosciuta, i provvedimenti di contrasto e di confisca non sono applicabili. Da questo riconoscimento nasce nella Ue una nuova forte cooperazione giudiziaria”. La relazione chiede inoltre a governi e istituzioni Ue l’abolizione del segreto bancario e dei paradisi fiscali, li invita a contrastare il traffico di esseri umani, ad ampliare la nozione di ”voto di scambio” anche ad ”altri benefici” non in denaro e ad escludere da tutte le gare di appalto le imprese con sentenze in giudicato per mafia e criminalità organizzata.
Particolare attenzione anche al fenomeno del match fixing, con la richiesta di approvare in tutta la Ue ”il reato di manipolazione sportiva” con conseguenze penali per chi vende le partite.
“Questo non è un testo che resterà nel cassetto – ha sottolineato l’europarlamentare Sonia Alfano, presidente della commissione Crim – chi sarà eletto nella prossima legislatura avrà il compito di portare avanti la nostra battaglia”.
“Durante questi lunghi mesi di lavoro abbiamo acceso i riflettori sulla dimensione internazionale della mafia e della corruzione per trovare gli strumenti per contrastare questi fenomeni. Ora spetta alla Commissione Ue assicurare che le misure che abbiamo raccomandato vengano messe in pratica. Il Parlamento europeo continuerà a fare pressione per questo”.  ANSA


Una prospettiva per il domani  I corpi investigativi comuni, i magistrati di collegamento, gli accordi per l’utilizzazione di tecniche investigative speciali nelle indagini sulla criminalità transnazionale, la valorizzazione del ruolo della Convenzione di Palermo nel contrasto alle forme nuove ed emergenti di criminalità, come il cybercrime e i reati ambientali, la strategia delle indagini finanziarie di contrasto a criminalità organizzata, corruzione, riciclaggio e finanziamento del terrorismo fino all’utilizzo e il rafforzamento di strumenti come il portale “Sherloc” (acronimo di Sharing electronic resources and laws on crime): sono solo alcuni dei punti al centro del rafforzamento di una cooperazione internazionale più che mai necessaria e capace di informarsi e formarsi su fenomeni in continua evoluzione. Una conferenza che si chiude con una sfida tanto ambiziosa quanto complessa, mettendo al centro una Convenzione nata venti anni fa e che oggi ha bisogno di ritrovare linfa vitale sia nelle politiche di contrasto di ogni Paese, sia in quelle che ne rafforzano le maglie democratiche, a partire dalla promozione di misure di welfare, istruzione e sanità.  Per approfondire: The promise of Palermo. A political history of the UN Convention against Transnational Organized Crime LA VIA LIBERA 20.10.2020

 

LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA