Inchiesta MAFIA e APPALTI. I clamorosi sviluppi delle indagini condotte dalla Procura di Caltanissetta

 

SPECIALE
IL RAPPORTO MAFIA APPALTI E L’ELIMINAZIONE DEL DOTTOR BORSELLINO



14.9.2024 Emergono sviluppi sul caso bobine


L’ex procuratore Pignatone indagato per favoreggiamento alla mafia si dichiara innocente ma non risponde alle domande dei PM

 

📌 Insieme all’ex procuratore di Palermo Pietro Giammanco avrebbe «istigato» l’allora pm Gioacchino Natoli e il capitano, ora generale della Finanza, Stefano Screpanti, a condurre «un’indagine apparente» sulle presunte infiltrazioni mafiose nelle cave toscane limitando temporalmente la durata delle intercettazioni e il numero dei soggetti da tenere sotto controllo.

📌 Aver istigato Natoli a chiedere l’archiviazione del procedimento sulle cave «senza curarsi di effettuare ulteriori indagini con particolare riguardo alle intercettazioni telefoniche».

📌 L’inquinamento dell’indagine e la successiva archiviazione sarebbe stata finalizzata, secondo l’accusa, ad aiutare imprenditori mafiosi come Antonino Buscemi e Francesco Bonura a eludere gli accertamenti degli investigatori.

📌 Occultamento di ogni traccia del rilevante esito delle intercettazioni telefoniche istigava Natoli a disporre la smagnetizzazione delle bobine e la distruzione dei brogliacci (con le intercettazioni)».

📌 Perizia grafica sull’ordine di distruzione e di smagnetizzazione, in una prima fase attribuito a Natoli. L’ex pm ha negato che la grafia fosse la sua, da qui la perizia che, secondo quanto si apprende, sarebbe giunta a conclusioni non decisive sull’autore, sostenendo che non possa escludersi che si tratti della scrittura di Pignatone.


Borsellino e ‘mafia e appalti’: ascoltato anche Scarpinato

 

📌 L’invito a comparire destinato a Scarpinato si inquadra nel contesto della più ampia inchiesta promossa dalla Procura nissena che vede indagato un altro componente del pool antimafia degli anni 90, Gioacchino Natoli ed accusato dei reati di favoreggiamento alla mafia e calunnia.


Indagato l’ex PM Gioacchino Natoli per aver insabbiato l’inchiesta “mafia e appalti” non risponde ai magistrati

 

📌 Per aver insabbiato l’indagine avviata dalla procura di Massa Carrara Natoli agendo in concorso con l’ex procuratore di Palermo Pietro Giammanco

📌 Per aver  aiutato i mafiosi Antonino Buscemi e Francesco Bonura, l’imprenditore e politico Ernesto Di Fresco e gli imprenditori Raoul Gardini, Lorenzo Panzavolta e Giovanni Bini (gli ultimi tre al vertice del Gruppo Ferruzzi) ad eludere le indagini

📌 Per  aver svolto una “indagine apparente”, “richiedendo, tra l’altro, l’autorizzazione a disporre attività di intercettazione telefonica per un brevissimo lasso temporale (inferiore ai 40 giorni per la quasi totalità dei target) e solo per una parte delle utenze da sottoporre necessariamente a captazione, per assicurare un sufficiente livello di efficienza delle indagini” 

📌 Per  aver disposto, “d’intesa con l’ufficiale della Guardia di Finanza Screpanti che non venissero trascritte conversazioni particolarmente rilevanti, da considerarsi vere e proprie autonome notizie di reato, dalle quali emergeva la ‘messa a disposizione’ di Di Fresco in favore di Bonura, nonché una concreta ipotesi di ‘aggiustamento’, mediante interessamento del Di Fresco stesso, del processo pendente innanzi alla Corte d’Assise di Appello di Palermo.


“Così il generale Screpanti ‘insabbiò’ l’inchiesta Mafia-Appalti”, l’accusa della procura di Caltanissetta

 

📌 Avrebbe aiutato da capitano i boss mafiosi Francesco Bonura e Antonino Buscemi, quest’ultimo ex braccio destro di Totò Riina, ad eludere nel 1992 le indagini nei loro confronti. In particolare, Screpanti non avrebbe trascritto diverse intercettazioni telefoniche che dimostravano il coinvolgimento dei due boss corleonesi in un filone dell’inchiesta “Mafia e appalti” condotta dai carabinieri del Ros comandati all’epoca dal colonnello Mario Mori. Screpanti, scrivono i pm di Caltanissetta, per “occultare” ogni rilevante esito dell’inchiesta avrebbe poi provveduto anche alla completa smagnetizzazione delle bobine, su indicazione dell’allora pm palermitano Gioacchino Natoli. Il coinvolgimento di Screpanti emerge dalla lettura del capo d’imputazione a carico di Natoli firmato la settimana scorsa dal procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca.

 

 

Le cave, la mafia e Borsellino. L’inchiesta torna d’attualità. La ricostruzione dell’indagine dell’avvocato Trizzino

 

Il 14 luglio 1992 c’è stata una riunione alla Direzione Distrettuale di Palermo e Borsellino chiese conto e ragione a Lo Forte ha affermato l’avvocato FabioTrizzino, legale dei figli di Borsellino,– perchè tra l’altro Giammanco è nella storia della Repubblica, primo e unico procuratore costretto a dimettersi per un ammutinamento dei suoi sostituti: io credo che non ci siano precedenti del genere. 

Borsellino voleva sapere a che punto fosse quel rapporto Mafia e Appalti e non gli dicono che il 13, il giorno prima, era stata fatta una richiesta di archiviazione, che venne ratificata il 14 agosto 1992”.
Lo Stato deve sapere che è stato lasciato solo da molti suoi colleghi, da qualcuno che voleva prendere delle iniziative senza consultarsi e quindi uccidendolo Riina ebbe la formidabile occasione di potere dar conto a quella parte di Cosa Nostra fatte da strane commistioni di massoni e imprenditori e dall’altra proseguire con la sua strategia stragista condivisa con Messina Denaro”

  • Estratto dalla memoria dell’Avv. Trizzino al processo MMD.  Borsellino gli disse che stava seguendo delle indagini sull’omicidio di Falcone e che aveva un’ipotesi. Quale? «Pensava che potesse esistere una connessione tra l’omicidio di Salvo Lima e quello di Falcone, e che il trait d’union fosse una questione di appalti, in cui Lima era stato in qualche modo coinvolto e che Falcone stava studiando».

 

 

 


L’insabbiamento del caso mafia e appalti, una perizia del Ris sul documento del mistero: “Non si esclude che sia la calligrafia di Pignatone”

 

Il mistero dell’insabbiamento dell’inchiesta mafia e appalti è tutto in un foglio di carta riemerso dall’archivio della procura di Palermo. «Si ordina la smagnetizzazione dei nastri relativi alle intercettazioni telefoniche e/o ambientali disposte con i decreti numero…», è scritto al computer. Sotto, la firma del sostituto procuratore Gioacchino Natoli. “Poi, c’è un’aggiunta a penna dopo «ordina la smagnetizzazione dei nastri», questa: «E la distruzione dei brogliacci». Natoli ha detto SEGUE

 


11 ottobre 2022  ‘MAFIA E APPALTI’ / LE AMNESIE DEL GIUDICE GUIDO LO FORTE

 

 

 

 

  • 3.7.2024 Mafia e appalti, si indaga anche sull’ex procuratore Giammanco
  • Tanti anni fa, era il 2011, il tenente Carmelo Canale raccontò: «Dopo la strage Falcone, Paolo Borsellino mi disse che voleva arrestare il procuratore Giammanco».  SEGUE

 

 

  • 4.11.2019 Mafia: Violante, ‘per Procuratore Giammanco rapporto mafia e appalti era inconsistente(Adnkronos) – Il rapporto tra mafia e appalti del Ros dei Carabinieri del 1991 “era inconsistente”. Così lo avrebbe definito, nel corso di un incontro, l’ex Procuratore capo di Palermo Pietro Giammanco con Luciano Violante, che non era ancora stato nominato Presidente della Commissione antimafia. A raccontarlo in aula, per la prima volta, è lo stesso ex Presidente della Camera Violante, nel corso della sua deposizione nel processo d’appello sulla trattativa Stato-mafia. SEGUE
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 


CSM – L’audizione di Maria  Falcone

fa comprendere lo stato di isolamento del fratello e i motivi per cui decise di andare via ma, soprattutto, vi sono le parole di BORSELLINO quando raccomanda alla signora Maria di evitare dichiarazioni pubbliche e aspettare perché ” lui potesse acquisire quelle prove…acquisire tutte quelle prove, tutti quei documenti che.. sa come vanno da voi le cose, è chiaro tutti i magistrati non fanno illazioni, non si basano…ma è chiaro che quando si vogliono fare riferimenti a determinate cose ci vogliono delle prove.
BORSELLINO sapeva che doveva competere con un leone, e quindi doveva portare delle prove, delle cose inconfutabili, verso la fine mi ha anche detto, nel trigesimo della morte di Giovanni, durante la messa, che era molto vicino a scoprire delle cose tremende, delle cose terribili, che avrebbero fatto saltare parecchie cose.”
Il verbale del dr Gozzo è molto esplicativo sulla famosa riunione del 14 luglio 92 in procura.
Una riunione in cui Borsellino chiede notizie sull’indagine prodotta dal dossier mafia appalti presentato dai Carabinieri del ROS nel febbraio ‘91. “C’è stata questa riunione il 14 luglio (che è stata l’ultima a cui ha partecipato Paolo BORSELLINO, era seduto due sedie dopo di me)..” Su “mafia e appalti”, quindi, c’era il collega PIGNATONE (se non ricordo male) e doveva esserci anche il collega SCARPINATO che però non potè venire per problemi di famiglia.
Ho visto proprio questo contrasto più che latente, visibile, perchè proprio BORSELLINO chiese e ottenne che fosse rinviata, perché al momento aveva dei problemi, la discussione su questo processo e fece degli appunti molto precisi: come mai non fossero inserite all’interno del processo determinate carte che erano state mandate …

  • SANTORO: Quale processo?
  • GOZZO: “Mafia-appalti”, quello- SINO per intenderci. Fece queste affermazione: come mai non fossero contenute queste carte all’interno del processo e, poi, disse anche che c’era..
  • RUGGIERO: Di che carte si trattava?
  • GOZZO: Si trattava di carte che erano state inviate (quello che ho sentito là, chiaramente, posso riferire) alla Procura di Marsala – e nella fattispecie dal collega INGROIA, che adesso è anche lui alla Procura di Palermo – che era lo stesso processo però a Marsala. C’erano degli sviluppi e, quindi, erano stati mandati a Palermo e lui si chiedeva come mai non fosse stata seguita la stessa linea (insomma credo di aver capito dal …) e, poi, diceva che c’erano dei nuovi sviluppi (in particolare un pentito di questi che ultimamente aveva parlato), e sono rimasto sorpreso perché dall’altra parte si rispose: “ma vedremo”. Cioè, di fronte ad un offerta così importante (io riferisco i fatti): “Ma vedremo, se è possibile, ma è il caso di acquisirlo”.
  • RUGGIERO
  • GOZZO: Cioè da parte del relatore …Dott….Il collega PIGNATONE era il relatore.
  • SANTORO :Relatore e anche titolare del processo?
  • GOZZO: Titolare del processo insieme a SCARPINATO dovrebbe essere se non ricordo male (però, ripeto, SCARPINATO non era presente alla riunione).”

 

Strage di Via D’Amelio – In COMMISSIONE ANTIMAFIA le audizioni dei famigliari di Paolo Borsellino e testimoni

 

Connessioni BUSCEMI – Gruppo FERRUZZI: smagnetizzazione intercettazioni e distruzione brogliacci e audizione dottor Natoli

 

 

ANTONINO GIUFFRÉ: mafia e appalti dietro l’eliminazione di Borsellino. Era diventato più pericoloso di quello che si pensasse

 

Cosa nostra e gli appalti pubblici in Sicilia