COMO: minacce mafiose alle società lariane

Le minacce della ’ndrangheta alle società comasche: chieste pene fino a 24 anni di carcere

 

La Procura antimafia chiude la requisitoria a carico degli 11 imputati accusati di una serie di reati legati alla locale di Fino Mornasco

 

Le minacce della ’ndrangheta alle società comasche: chieste pene fino a 24 anni di carcere

Una delle immagini registrate dagli investigatori dell’antimafia a carico di presunti affiliati

È un conto salatissimo quello presentato dai pubblici ministero Sara Ombra e Pasquale Addesso a carico degli undici imputati protagonisti del processo, in corso a Como da mesi, sulle presunte minacce, le asserite estorsioni, le bancarotte con protagonisti affiliati della ’ndrangheta.
La condanna più alta è stata sollecitata ad Antonio Carlino: 24 anni di carcere per associazione delinquere di stampo mafioso e per la bancarotta di una cooperativa; 22 gli anni chiesti per Massimiliano Ficarra, già coinvolto in una serie di fallimenti di società cooperative specializzate nel mondo del servizi; stessa richiesta per Alessandro Tagliente, considerato il braccio destro del boss – già condannato anche per omicidio premeditato con l’aggravante mafiosa – Bartolomeo Iaconis; e a proposito della famiglia Iaconis, 9 gli anni di carcere sollecitati dall’antimafia per il figlio del boss, Giuseppe Iaconis. Ora la parola passa alle difese. La sentenza attesa entro l’estate
30 Marzo 2023 LA PROVINCIA

 


‘Ndrangheta a Como, l’accusa chiede condanne per 182 anni per undici imputati

“La presenza della ‘ndrangheta nel Comasco è una realtà”. Lo hanno ribadito ancora una volta in aula in Corte d’Assiste a Como i magistrati della direzione distrettuale antimafia di Milano chiedendo condanne per complessivi 182 anni per gli undici imputati nel processo seguito all’operazione “Cavalli di razza”.
I magistrati dell’antimafia Pasquale Addesso e Sara Ombra hanno avuto bisogno di due udienza per la lunghissima requisitoria nella quale hanno ripercorso nel dettaglio i fatti contestati agli undici imputati. Le accuse sono a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, bancarotta, corruzione, frode fiscale, estorsione, oltre a reati legati allo spaccio di stupefacenti.

L’accusa e le richieste

Reati che, per l’accusa, hanno come filo conduttore “il legame con l’associazione criminale presente sul territorio” e l’affermazione, ancora una volta “del controllo della ‘ndrangheta nel Comasco in molti settori economici”. L’accusa ha chiesto di condannare tutti gli undici imputati, da un minimo di 3 anni per l’unico che avrebbe avuto un ruolo marginale fino a un massimo di 24 anni. Il totale delle pene invocate dai magistrati dell’antimafia arriva a 182 anni.
A questo si aggiungono multe, richieste di confisca di beni per un totale che supera i 6,6 milioni di euro e, per tutti, la richiesta di interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’interdizione da una professione e legale, il diverto per 5 anni di contrattare con la pubblica amministrazione.
Gli imputati, ad eccezione di uno che non è sottoposto alla custodia cautelare in carcere, hanno in gran parte seguito l’udienza e l’atto d’accusa nei loro confronti a distanza, collegati con il tribunale di Como in videoconferenza dagli istituti penitenziari in cui sono detenuti.

Le difese

Terminata la requisitoria dell’accusa, sono intervenuti i legali delle parti civili. La parola è passata poi agli avvocati difensori degli imputati, che procederanno con le arringhe anche nelle prossime udienze. La sentenza dovrebbe essere pronunciata entro la fine di aprile.


 




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