Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, dalla Kalsa alla toga due vite intrecciate dallo stesso destino

 

 

Due vite intrecciate dallo stesso destino

La storia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

30 anni dalle stragi, arriva la moneta con l’effige di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Speciale PAOLO BORSELLINO

Speciale GIOVANNI FALCONE

Caro Giovanni, caro Paolo

Caponnetto Falcone Borsellino

 

 

 

 

 

I GIORNI DI GIUDA – 25 Giugno 1992 Paolo Borsellino interviene ad una manifestazione promossa da MicroMega  presso la Biblioteca di  Palermo.  E’ il suo ultimo intervento pubblico prima di essere ammazzato.

 

Le passioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino  Falcone e Borsellino si conoscevano sin da piccoli. Avevano un anno di differenza, erano dello stesso quartiere, quello della Kalsa e come molti ragazzini frequentavano il campetto dell’oratorio, quello della parrocchia di San Francesco d’Assisi dove giocavano insieme quelli che sarebbero poi diventati magistrati e imputati. Anche da adulti, lo sport era la loro unica valvola di sfogo per sfuggire di tanto in tanto alle rigidissime regole della sicurezza. Il dott. Borsellino amava uscire in bici. Aveva una Bianchi, come questa. Oggi il velodromo di Palermo, purtroppo in stato di semi abbandono, è intitolato proprio a Paolo Borsellino. A Falcone, invece, piaceva nuotare, ma ad un certo punto della sua carriera, dispiaciuto per “tanto fastidio arrecato alla comunità” -parole sue-, dovette rinunciare al mare. Scelse di ripiegare sulla piscina comunale, con difficoltà perché doveva aver cura di non andare in ore di punta.


IL BUNKERINO AL TRIBUNALE DI PALERMO

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FOTOTECA


Giovanni Falcone

Paolo Borsellino

Dalla KALSA alla TOGA Uniti dallo stesso destino – pag. FB

La “Kalsa”  è uno dei più antichi quartieri della città segue

 

PAOLO BORSELLINO – ULTIMO SALUTO A GIOVANNI FALCONE – Palermo, Veglia 20 giugno 1992: «In questo momento inoltre, oltre che magistrato, io sono testimone. Sono testimone perché, avendo vissuto a lungo la mia esperienza di lavoro accanto a Giovanni Falcone, avendo raccolto, non voglio dire più di ogni altro, perché non voglio imbarcarmi in questa gara che purtroppo vedo fare in questi giorni per ristabilire chi era più amico di Giovanni Falcone, ma avendo raccolto comunque più o meno di altri, come amico di Giovanni Falcone, tante sue confidenze, prima di parlare in pubblico anche delle opinioni, anche delle convinzioni che io mi sono fatte raccogliendo tali confidenze, questi elementi che io porto dentro di me, debbo per prima cosa assemblarli e riferirli all’autorità giudiziaria, che è l’unica in grado di valutare quanto queste cose che io so possono essere utili alla ricostruzione dell’evento che ha posto fine alla vita di Giovanni Falcone, e che soprattutto, nell’immediatezza di questa tragedia, ha fatto pensare a me, e non soltanto a me, che era finita una parte della mia e della nostra vita»Palermo, 25 giugno 1992 Biblioteca Comunale di Casa Professa

 

Appunti integrali di Paolo BORSELLINO che hanno dato origine al celebre discorso sulla “Bellezza del Fresco Profumo di Libertà”, pronunciato nella Chiesa di San Domenico il 20 giugno 1992, a Palermo.


FALCONE E I GIUDICI DEL POOL AVEVANO AVUTO UN APPROCCIO BEN DIVERSO COL FENOMENO DEL PENTITISMO. Certa stampa orchestra “sapientemente” una campagna di delegittimazione dei giudici accusandoli di utilizzare le confessioni dei pentiti con disinvoltura eccessiva. Definirono il maxiprocesso “strumento di una giustizia rudimentale” e i giudici antimafia una sorta di clan dagli oscuri obiettivi. In quei giorni il “Giornale di Sicilia”, quotidiano di Palermo, scrisse: “I processoni diventano inquisizione”; “i processi mastodontici non danno alcuna grande garanzia nell’accertamento della verità”; “il giudice istruttore fonde il suo ruolo con quello dell’inquisitore”; “con i processoni siamo in piena evoluzione inquisitoria, siamo con sempre più inquisizione e sempre meno processo”; la normativa sui pentiti determina “una situazione aberrante in cui il processo penale degrada ad arnese di polizia, a espediente di caserma trovano posto spie, delatori, confidenti, criminali promossi a collaboratori di giustizia”. I temi della lotta alla mafia e attualità del maxiprocesso monopolizzarono il confronto politico nel corso della campagna elettorale del 1987, in Sicilia.   Da “Falcone-Borsellino e i Segreti di Stato-Mafia”, di Benito Li Vigni.

 

CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA La pubblicazione degli atti del fascicolo personale di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino 


PER NON DIMENTICARE


Documenti relativi alla seduta plenaria del 22 maggio 2017:


Documenti relativi alla seduta plenaria del 19 luglio 2017:


 

 

La COMMISSIONE ANTIMAFIA del CSM


PROCESSI


GLI ANGELI CUSTODI DI FALCONE E BORSELLINO

 


Trentennale delle stragi di mafia al Teatro Massimo di Palermo – È interamente dedicata al trentennale delle stragi di mafia la stagione 2022 del Teatro Massimo di Palermo segue

 

Il 27 maggio al Teatro Regio di Torino la prima esecuzione assoluta di “Falcone e Borsellino.  L’eredità dei giusti”, una composizione su commissione di Marco Tutino, in coproduzione con la Fondazione per la Cultura Torino – MITO Settembre Musica, il Teatro Regio di Torino, il Piccolo Teatro di Milano e il Teatro Massimo di Palermo, in collaborazione con CCO – Crisi come opportunità. L’opera sarà eseguita a Palermo il 19 luglio, al Teatro di Verdura, nel giorno della morte del magistrato Paolo Borsellino ucciso dalla mafia.

 


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