IL DEPISTAGGIO 1992-2024 errori ed orrori

15.9.98 STRAGE VIA D’AMELIO. A Como VINCENZO SCARANTINO confessa di aver mentito ma non viene creduto e 7 innocenti restano in carcere

 


 

5 settembre ’1992  Viene arrestato SALVATORE CANDURA per violenza sessuale.  Il CANDURA accusa VINCENZO SCARANTINO di avergli commissionato il furto della Fiat 126 che sarà utilizzata  per la Strage di via D’Amelio. É l’inizio della fase “formale” del depistaggio. 

29 settembre 1992 Viene arrestatoVINCENZO SCARANTINO con l’accusa, inconcorso con altri, di strage e di furto aggravato. La prima accusa è collegata a quella di concorso nel furto aggravato della Fiat 126 utilizzata per compiere la strage.

26 settembre 1992 Sulla base delle dichiarazioni fornite dal CANDURA, “positivamente riscontrate“ dagli esiti dell’attività investigativa sviene arrestatoVincenzo Scarantino in ordine ai delitti di strage, concorso in furto aggravato ed altro. Il P.M. delineava poi il profilo criminale dello Scarantino Vincenzo, sulla base dei precedenti penali e giudiziari del medesimo, nonchè delle dichiarazioni sul suo conto rese dai collaboratori della giustizia Figlia Sinibaldo, Candura Salvatore ed Augello Salvatore, sottolineando in particolare che lo Scarantino Vincenzo apparteneva ad un nucleo familiare notoriamente inserito nel contesto criminale operante nella zona territoriale della “Guadagna” e che il prestigio, la supremazia territoriale acquisiti dall’imputato in quel contesto, così come tutta la sua attività criminale erano stati resi possibili e realizzati in virtù del rapporto di affinità che lo legava a Profeta Salvatore (quest’ultimo era cognato dello Scarantino, avendo sposato la di lui sorella Ignazia), uomo d’onore di grande rilievo e diretto committente, oltre che supervisore, controllore e beneficiario delle azioni illecite. Fonte: Sentenza Borsellino Uno

1 ottobre 1992 SCARANTINO: Non sono il killer di Borsellino».Il suo avvocato: i giudici sono stati traditi dalla fretta «Non sono il killer di Borsellino» Si difende per ore il giovane accusato di strage. «Si sono inventati tutto».

14 settembre 1993 La “collaborazione” di FRANCESCO ANDRIOTTA  per la strage di via Mariano D’Amelio,  aprirà  la strada in maniera determinante a quella successiva di  SCARANTINO 1994

24 giugno 1994 VINCENZO SCARANTINO decide di “collaborare” quasi due anni dopo essere stato arrestato e formalmente accusato d’aver partecipato all’organizzazione della strage di via D’Amelio. VERBALE (non depositato) interrogatorio SCARANTINO colloquio investigativo nel carcere di Pianosa con Arnaldo La Barbera, I magistrati presenti a quel suo primo verbale da “collaboratore” furono Carmelo Petralia e Ilda Boccassini.  A partire da quella notte (e da un “pentimento” a lungo precedentemente costruito) l’indagine colleziona un’imbarazzante serie di forzature investigative procedurali, tutte collegate alla gestione del collaboratore Scarantino.

12 ottobre 1994 I pm BOCCASSINI e SAIEVA comunicano di ritenere SCARANTINO un teste inaffidabile “Il fatto che SCARANTINO mentisse in maniera grossolana”  ha detto BOCCASSINI alla Procura di Messina “ era percepibile il primo o secondo interrogatorio”.  

Gennaio1995, SCARANTINO messo a confronto con tre boss (Salvatore Cancemi, Gioacchino La Barbera e Santino Di Matteo) chiamati in causa dallo stesso pentito, secondo cui avrebbero partecipato a un summit per l’eliminazione di Paolo Borsellino. I tre lo smentiscono e sostengono che lo Scarantino sia personaggio «totalmente estraneo a Cosa Nostra». Il verbale d’esordio dello Scarantino era stato firmato il 24 giugno del 1994, sei mesi prima, e risulta già pieno di annotazioni a margine da parte del poliziotto incaricato della sua tutela, il quale dirà però di aver scritto sotto richiesta dello stesso pentito che aveva difficoltà a leggere i verbali.

26 luglio 1995 SCARANTINO telefona a Studio Aperto e dice di essersi inventato tutto – AUDIO La storia del nastro PA001202: lo scoop insabbiato e ufficialmente cancellato che svelava il depistaggio con 13 anni di anticipo…“Scarantino mi disse che era stato torturato, che gli avevano fatto urinare sangue mentre era detenuto a Pianosa, che lui dell’attentato non sapeva nulla e che aveva accusato innocenti”.  La ritrattazione avvenne nel 1995. Finita l’intervista con Mangano il cronista ricevette una chiamata dalla questura in cui gli si disse che lo cercava l’ex capo della Mobile Arnaldo La Barbera, all’epoca a capo del pool investigativo che indagava sulle stragi. “Capii che Scarantino era intercettato, altrimenti com’è avrebbero fatto a sapere della mia intervista?”, ha raccontato Mangano ai magistrati.

Lo scoop censurato
Il racconto di Mangano in Commissione Antimafia Regione Sicilia

27 gennaio 1996 SENTENZA “Borsellino Uno”  La sentenza Dopo 65 ore di camera di consiglio, la Corte di Assise di Caltanissetta condanna:

  • Giuseppe Orofino alla pena dell’ergastolo per essersi procurato le disponibilità delle targhe e dei documenti di circolazione e assicurativi falsi che avevano permesso alla circolazione Fiat 126 di circolare e di essere parcheggiata in via D’Amelio;
  • Vincenzo Scarantino alla pena di 18 anni di reclusione e 4,5 milioni di multa per aver rubato, riempito di esplosivo e collocato in Via d’Amelio la Fiat 126, insieme a Salvatore Profeta, condannato all’ergastolo.
  • Pietro Scotto alla pena dell’ergastolo per aver manomesso l’impianto telefonico del palazzo di via d’Amelio per sapere, grazie alle telefonate alla madre di Paolo Borsellino, gli spostamenti del magistrato.

21 ottobre 1996 Inizia il processo “Borsellino Bis” L’accusa è rappresentata dai pm ANNAMARIA PALMA e ANTONINO DI MATTEO. Gli imputati sono diciotto: Mandanti: Salvatore Riina, Carlo Greco, Salvatore Biondino, Pietro Aglieri, Giuseppe Graviano. Esecutori materiali: Gaetano Scotto e Francesco Tagliavia. Altri imputati: Giuseppe Calascibetta, Natale Gambino, Giuseppe La Mattina, Cosimo Vernengo, Lorenzo Tinnirrello, Giuseppe Urso, Salvatore Vitale, Gaetano Murana, Antonio Gambino, Salvatore Tommaselli e Giuseppe Romano. L’accusa si basa sulle dichiarazioni di Vincenzo Scarantino, Salvatore Cancemi, Giovanbattista Ferrante, Calogero Ganci e Francesco Paolo Anselmo.  

1 luglio 1997 Viene arrestato GASPARE SPATUZZA

26 giugno 1998 Storia di un incontro segreto. Il contenuto del colloquio del 1998 tra VIGNA, GRASSO e SPATUZZA, diviene noto grazie ad un “disguido”. VERBALE  dell’incontro. Quando Spatuzza parlò di via D’Amelio, e non successe niente per dieci anni

15 settembre 1998 – COMO In Corte d’Assise Scarantino ritratta: “Su via D’Amelio inventai tutto.” Il 16 settembre 1998, presso l’aula bunker di Como  il confronto  tra Brusca Giovanni e Scarantino Vincenzo.

15 dicembre 1998 Dalla requisitoria del pm ANTONINO DI MATTEO. Al Borsellino Bis sulla credibilità del “pentito” SCARANTINO.        

17 novembre 2023 PERQUESIZIONE svolta presso le abitazioni di moglie e figlie di ARNALDO LA BARBERA alla ricerca dell’AGENDA ROSSA. Sequestrata una copiosa documentazione ma non l’agenda.

aprile 2003 E’ ufficiale: le dichiarazioni di SPATUZZA sono state riscontrate in tutti i punti che riguardano la strage di via D’Amelio ne consegue quindi che SCARANTINO SEGUE

23 gennaio 2004 Anche per GIOVANNI BRUSCA Scarantino era “un pazzo” ma la denuncia resta ignorata.  Incomprensibile la scelta di non approfondire le dichiarazioni di Giovanni Brusca su Scarantino. Brusca (collaborante a pieno titolo ormai da cinque anni) depone  in un dibattimento in corso nell’aula bunker del carcere di Firenze dinanzi la Corte di Assise d’Appello di Catania, dove é in corso, a seguito del rinvio della Cassazione, il processo stralcio delle due stragi: «Con le dichiarazioni di Vincenzo Scarantino ci sono degli innocenti in carcere… questo qua, per me, fra virgolette è un pazzo». La denuncia resta lettera morta. Mancano ancora quattro anni all’inizio della collaborazione di SPATUZZA. Come  é possibile che uno dei pentiti più accreditati dai magistrati sia stato creduto per tutto ciò che ha ricostruito ma totalmente ignorato nel momento in cui demolisce la credibilità di Vincenzo Scarantino?.

26 giugno 2008 GASPARE SPATUZZAdecide di collaborare. Nel luglio 2008 SPATUZZA confessa di essere stato lui l’autore del furto della 126 utilizzata per l’attentato e scagiona SCARANTINO auto-accusandosi della strage, ha portato alla luce la falsa ricostruzione giudiziaria fino ad allora allestita, obbligando gli inquirenti a ricominciare a distanza di quasi vent’anni le indagini e di processi.  

15 ottobre 2008 Diventa ufficiale il “pentimento” di GASPARE SPATUZZA, killer del gruppo di fuoco dei fratelli GRAVIANO, boss di Brancaccio. SPATUZZA fa una rivelazione che sbugiarda definitivamente Scarantino.

11-12 giugno 2013 Durante un’udienza nel processo “Borsellino quater” GASPARE SPATUZZA – divenuto dal 2008 “collaboratore di giustizia” – ricorda di avere parlato dell’estraneità di SCARANTINO e OROFINO con i magistrati (lui dirà nel 1997): «Purtroppo si sono chiusi dei processi di cui io all’inizio potevo dare un contributo fondamentale (…) Mi volevano portare dalla parte dello Stato ma allora non ero ancora preparato: però ho inteso dare un indizio seppur lieve che per quanto riguardava la strage di via D’Amelio stavano facendo un grossissimo, grossissimo errore. Ho cercato già nel ’97 di mettere in guardia l’istituzione, a dire “siate cauti per la questione di via D’Amelio perché la storia non è così. Però non ho sentito più nessuno (….) Purtroppo hanno seguito un altro… e oggi ci troviamo qui a rifare tutto daccapo”». AUDIO

10 ottobre 2013 SALVATORE CANDURA  afferma: “Mi massacrano, mi fracassarono. Un poliziotto mi fece sbattere la testa a terra mentre io piangevo”, “Sarò la tua ossessione, mi diceva ARNALDO LA BARBERA. Ti farò dare l’ergastolo. Ti incastrerò perché ho le prove.” e “Io continuavo a proclamarmi innocente. Con il furto della 126 non c’entravo nulla così come non c’entravo nulla con l’accusa di violenza sessuale. Ero un galantuomo e mai e poi mai avrei potuto abusare di una ragazza così come non sapevo nulla di quella 126. (Dal Borsellino Quater)

21 gennaio 2014 La deposizione di ILDA BOCCASSINI La prova regina del fatto che Vincenzo Scarantino era un mentitore era già nel suo pentimento, nel suo background criminale. Diceva cose assurde, raccontava ‘fregnacce’, SEGUE Quando arrivai a Caltanissettani da parte di tutti c’erano perplessità rispetto alla caratura del personaggio Vincenzo Scarantino. Ricordo perfettamente che si trattava di dubbi nutriti non solo dai magistrati ma anche dagli investigatori.” e, a proposito di GIOACCHINO GENCHI: “aveva un atteggiamento non istituzionale. Avevo notato in lui un certo gusto che andava oltre lo spunto investigativo. Voleva acquisire troppo e ci propose di indagare su Giovanni Falcone, sui suoi viaggi e sulle carte di credito.” (Dal Borsellino Quater

13 luglio 2017 Solo successivamente alla collaborazione di Gaspare Spatuzza (avvenuta a decorrere dal giugno 2008), le cui dichiarazioni, puntualmente, concordamente e costantemente riscontrate (anche per il tramite di altro collaboratore, Fabio Tranchina), smentivano radicalmente le propalazioni accusatorie di Scarantino, Andriotta e Candura, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Caltanissetta chiedeva, in data 13 ottobre 2011, alla Corte d’Appello di Catania la revisione delle sentenze di condanna inflitte in esito dei processi cosiddetti Borsellino1 e Borsellino bis.Il processo di revisione: la corte d’Appello di Catania assolve tutti gli imputati condannati in precedenza. CONSIDERATE ATTENDIBILI E DETERMINANTI (contrariamente a quanto sostenuto dal PM Di Matteo) LE DICHIARAZIONI DI GASPARE SPATUZZA PER SCARCERARE DOPO 18 anni 11 (uno nel frattempo deceduto) INNOCENTI di CUI 7 CONDANNATI ALL’ERGASTOLO. La REVISIONE – A quasi venticinque anni di distanza dalla Strage di Via D’Amelio, il Processo di Appello di revisione per la Strage a seguito delle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza, si conclude con l’assoluzione dal reato di strage per dieci imputati che erano stati condannati alla pena dell’ergastolo

5febbraio 2019GASPARE SPATUZZA e la strage di via D’Amelio «Dissi ai giudici verità su attentato già anni fa» «Sono colpevole. Ho rubato io la 126 usata per l’attentato e me ne pento». Inizia così la deposizione del pentito Gaspare Spatuzza, sentito in trasferta a Roma dai giudici di Caltanissetta che celebrano il processo sul depistaggio delle indagini per la strage di via d’Amelio, costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta. Spatuzza ha riferisce ai giudici di aver rivelato il clamoroso errore investigativocommesso dagli inquirenti già mentre era detenuto a L’Aquila. «Dissi sia a Vigna che a Grasso (entrambi procuratori nazionali antimafia ndr) che in carcere c’erano innocenti», ha spiegato. A margine dell’udienza, proprio su quest’aspetto, FIAMMETTA BORSELLINO, figlia del giudice ucciso e parte civile, afferma che «Il depistaggio assume una valenza inquietante»   AUDIO della deposizione di Spatuzza

13 gennaio 2020 ANTONINO DI MATTEO: «No alla protezione a SPATUZZA, rimette in discussione le stragi»    SEGUE

20 febbraio 2020  SCARANTINO e le indagini fatte male, i mille dubbi della BOCCASSINI   SEGUE

21 febbraio 2020 ILDA BOCCASSINI/IL J’ACCUSE SUL TAROCCAMENTO DI SCARANTINO PER VIA D’AMELIO  SEGUE

14 novembre 2023 Depistaggio Borsellino, altri quattro poliziotti rischiano il processo. La procura di Caltanissetta: “Hanno mentito in aula” SEGUE

29 novembre 2023  MORI: “Legami tra gruppo Ferruzzi e Riina, ma la procura di Palermo insabbiò tutto SEGUE

29 novembre 2023 FABIO TRIZZINO: “Vi racconto perché solo ora si può capire la fine di Borsellino”SEGUE

9 gennaio 2024 Al processo d’appello depistaggio la deposizione di FRANCESCO ONORATO: “La Barbera era vicino a Cosa nostra, uccise un rapinatore e dovevamo farlo fuori SEGUE

9 gennaio 2024 “Le stragi di mafia le ha volute solo Cosa nostra o altri apparati?Non lo so. Non ricordo se ci sono stati altri discorsi. So che le stragi erano dovute alle conseguenze del maxiprocesso”. A dirlo è il pentito FRANCESCO ONORATO al processo d’appello sul depistaggio sulla strage di via D’Amelio. AUDIO

16 gennaio 2024 VITO GALATOLOLa Barbera si incontrava con mio zioSEGUE

18 gennaio 2024 L’ex magistrato AUGUSTO LAMA audito dalla Commissione Parlamentare Antimafia  SEGUE

20 gennaio 2024 Le cave, la mafia e Borsellino. L’inchiesta torna d’attualità. L’avvocato FABIO TRIZZINO ricostruisce l’indagine SEGUE

23 gennaio e 1 febbraio 2024 L’ex magistrato GIOACCHINO NATOLI audito dalla Commissione Parlamentare Antimafia  SEGUE 

25 gennaio 2024 Cosa Nostra e le cave. AUGUSTO LAMA: “L’indagine meritava più attenzione dai colleghi di PalermoSEGUE

2 febbraio 2024 Condannato a vent’anni GAETANO SCOTTO. Era stato arrestato e poi scagionato perché ingiustamente coinvolto dal falso pentito VINCENZO SCARANTINO per la Strage di Via D’Amelio SEGUE

10 febbraio 2024 AUDIO e NEWS La deposizione di GIOACCHINO GENCHIal “processo depistaggio”  “La strategia di Arnaldo La Barbera era di ‘vestire il pupo’ perché a Roma non volevano che si andasse in una certa direzione che non fosse Cosa nostra e questo me lo disse La Barbera”, che “era portatore di direttive precise. Non faceva nulla, se non sotto il controllo del Capo della polizia Parisi e di Luigi Rossi. La Barbera ha eseguito direttive e non ha mai agito autonomamente, oggi è fin troppo facile processare i morti”. Sono le parole dell’ex poiliziotto e oggi avvocato Gioacchino Genchi, che per ore, stamattina ha deposto a Caltanissetta nel processo d’appello legato al depistaggio nelle indagini sulla strage di via D’Amelio in cui sono imputati tre poliziotti del gruppo “Falcone e Borsellino”, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, che avrebbero istruito il falso pentito Vincenzo Scarantino a dire il falso sulle stragi. Genchi ha parlato anche dell’agenda rossa di Borsellino, che a suo avviso non poteva essere nella borsa del magistrato e che dunque non sarebbe andata a fuoco ma sarebbe stata sottratta: “Io ritengo che – ha precisato Genchi – con l’agenda rossa Arnaldo La Barbera non c’entri nulla. Lui questa cosa la attribuiva ai carabinieri”.

10 febbraio 2024 GIOACCHINO GENCHI: “LA BARBERA:“Mi diceva ‘Noi dobbiamo vestire il pupo così come èSEGUE

10 febbraio 2024 GIOACCHINO GENCHI: “A Roma non volevano che si andasse in una certa direzione che non fosse Cosa nostra e questo me lo disse La Barbera” SEGUE

20 febbraio 2024  Depistaggio su Borsellino, saranno sentiti altri 4 poliziotti La decisione della Corte d’Appello di Caltanissetta. La Corte d’Appello di Caltanissetta presieduta da Giovanbattista Tona, nel corso dell’udienza di questo pomeriggio del processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio, ha accolto la richiesta del procuratore generale Maurizio Bonaccorso di ascoltare i testi Nicola Aiuto, Maurizio Zerilli, Giovanni Franco, Francesco Vaiana, tutti poliziotti, sulla circostanza relativa al rinvenimento dell’annotazione di servizio di Maurizio Zerilli sui sopralluoghi effettuati nel giugno ’94.SEGUE  DEPISTAGGIO: chiesto il processo per altri 4Udienza preliminare per 4 poliziotti. Fissata a Caltanissetta, dinanzi al Gup David Salvucci, l’udienza preliminare, per il processo a carico di quattro poliziotti accusati di depistaggio. Si tratta di Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, accusati di aver dichiarato il falso deponendo come testi nel corso del processo di primo grado sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio. SEGUE

 

Febbraio 2024 La Commissione Parlamentare Antimafia presieduta dall’onorevole CHIARA COLOSIMO declassifica 36 documenti relativi alle indagini su Via D’Amelio SEGUE   “Ci sono voluti 32 anni per leggere cose, a mio giudizio, importantissime e di cui non vi è traccia nei processi sulla strage di Via D’Amelio. Ho fatto bene a lasciare, tempo fa, il rassicurante riparo del campo base. Non so se riuscirò a raggiungere l’Everest. Ma guai a rinunciare al faticoso cammino verso la verità.” FABIO TRIZZINO

27 febbraio 2024 Processo Borsellino, il Pg: «Sul conto di ARNALDO LA BARBERA  versati tantissimi soldi in contanti»  SEGUE news e audioDepistaggio Borsellino, quei due assegni tra poliziotti:  LA BARBERA versò 22 milioni di lire a LUIGI DE SENA SEGUE

28 febbraio 2024 Proseguita in Commissione Parlamentare Antimafia l’audizione di SALVATORE BORSELLINO e FABIO REPICI SEGUE

1 marzo 2024 ‘Ndrangheta stragista, depositate le motivazioni della sentenza SEGUE  ‘Ndrangheta stragista,’convergenza interessi mafie-politica SEGUE

5 marzo 2024  Appello “Processo Depistaggio”  Il Presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta Giovambattista Tona annuncia la chiusura dell’istruttorio dibattimentale del processo. Alla sbarra ci sono tre poliziotti: Mario Bo, Fabrizio Matteo e Michele Ribaudo, con l’accusa di concorso in calunnia aggravata dall’avare agevolato Cosa nostra. Il tribunale di Caltanissetta aveva dichiarato prescritte le accuse contestate a Mario Bo e Fabrizio Mattei, due dei tre poliziotti accusati di avere depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta. Assolto il terzo imputato, Michele Ribaudo. Al termine dell’udienza il Presidente della Corte Giovambattsta Tona ha annunciato le prossime date del processo: 26 marzo, 5, 9, 16, 23, 30 aprile. AUDIO UDIENZA

5 marzo 2024 a Caro Marziano la testimonianza di ANTONIO VULLO, sopravvissuto alla strage di Via D’Amelio SEGUE

5 marzo 2024 Al “processo d’appello depistaggio” i poliziotti si oppongono a produzione atti. La procura generale vuole sottoporre i documenti trovati in casa di ARNALDO LA BARBERA SEGUE AUDIO e NEWS

 

26 marzo 2024 Requisitoria PM all’appello del ”Processo depistaggio: “Rapporti inquietanti con il Sisde”  SEGUE

5 aprile 2024 presso il Palazzo San Macuto, la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, svolge l’audizione dell’avvocato UGO COLONNA, legale dell’ex pentito MAURIZIO AVOLA nell’ambito del filone d’indagine sulla strage di Via D’Amelio. L’audizione avviene su richiesta dell’avvocato Colonna per contestare quanto affermato in tale sede da parte dell’avvocato REPICI, legale di Salvatore BorsellinoVIDEO

 

16.4.2024 DEPISTAGGIO INDAGINI VIA D’AMELIO: chiesta la condanna per tre poliziotti AUDIO e NEWS

  • Un tradimento che non può essere perdonato
  • Le indagini, fin da subito dopo la strage, hanno subito un inquinamento probatorio.
  • C’è stato un tradimento da parte degli apparati dello Stato che hanno tradito non solo Borsellino ma anche gli agenti della scorta.
  • Loro, gli imputati, “non sono, però, gli unici demoni.
  • Il regista del depistaggio fu Arnaldo La Barbera, morto alcuni anni fa da osannato investigatore antimafia.
  • Arnaldo La Barbera “era a libro paga dei Madonia.
  • Arnaldo La Barbera un personaggio ambiguo che da un lato viene costantemente finanziato dal Sisde. Dall’altra parte abbiamo i collaboratori che ci raccontano di un rapporto con la mafia.
  • La Barbera aveva un tenore di vita altissimo. Abbiamo accertato che versava continuamente soldi sul suo conto corrente.
  • la “collaborazione tra la Procura di Caltanissetta e il Sisde nacque dall’ostinazione del Procuratore Tinebra.
  • Il gruppo (pool della Polizia di Stato) Falcone-Borsellino sapeva perfettamente che con il loro comportamento stavano allontanando dalla verità delle indagini, vuoi per proteggere apparati dello Stato vuoi per proteggere apparati mafiosi.
  • Sul banco degli imputati la fila di demoni dovrebbe essere lunga, ma o sono morti o l’hanno fatta franca
  • Scarantino è pienamente attendibile ove evidenzia un indottrinamento fin dal primo interrogatorio del giugno 1994
  • La signora Agnese Piraino, vedova di Paolo Borsellino ha spiegato che, nella certezza di essere ucciso, Borsellino aveva cominciato a usare due agende, quella grigia e quella rossa, dove annotava sue riflessioni.
  • La presenza dell’agenda rossa nella borsa di Borsellino il 19 luglio 1992. Sul punto le dichiarazioni della figlia, Lucia Borsellino: ‘Papà aveva tre agende, una marrone, dove metteva qualche dato e numeri di telefono, l’altra grigia, dove annotava alcune cose, e quella rossa che per lui era importantissima’. Quella mattina aveva portato l’agenda con sé perché non verrà ritrovata a casa dei familiari”.
  • Non è stata Cosa Nostra ad appropriarsi dell’agenda rossa

23 aprile 2024 Al “Processo Appello Depistaggio” arringa Avvocato FABIO TRIZZINO: ‘disegno criminale devastante, sconcertante superficialità pm’ SEGUE

30 aprile 2024 La parola alla difesa. SEMINARA: “Poliziotti ultimi in scala gerarchica”. “Aberrante ritenere Scarantino attendibile” SEGUE

7 maggio 2024 Depistaggio Borsellino, PANEPINTO legale di MARIO BO: “Il mio assistito ha dedicato la sua vita allo Stato. Un grande errore giudiziario” SEGUE

AUDIO UDIENZE PROCESSO APPELLO DEPISTAGGIO

  • 14.5.2024 ARRINGA DIFESA Mario Bo AUDIO
  • 7.5.2024 ARRINGA DIFESA Mario Bo AUDIO
  • 30.4.2023 ARRINGA DIFESA Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo AUDIO
  • 23.04.2024 PARTI CIVILI TRIZZINO,DI GREGORIO,ALTRI AUDIO
  • 16.04.2024  REQISITORIA PM e PARTE CIVILE DACQUÌ  AUDIO
  • 9.04.2024 RINVIATA  AUDIO
  • 26.03.2024 REQUISITORIA PM  AUDIO
  • 5.03.2024 TESTE  VAIANA  AUDIO
  • 27.02.2024 TESTI: ZERILLI,AIUTO,FRANCO  AUDIO
  • 20.02.2024 LETTURA ORDINANZA  AUDIO
  • 10.02.2024 TESTE GENCHI  AUDIO
  • 30.01.2024 RINVIATA  AUDIO
  • 9.01.2024  TESTE  ONORATO  AUDIO
  • 19.12.2023 COSTITUZIONE DELLE PARTI  AUDIO
  • 12.12.2023  COSTITUZIONE DELLE PARTI  AUDIO
  • 28.11.2023  RICHIESTE ISTRUTTORIE  AUDIO
  • 31.10.2023 PRELIMINARI  AUDIO

14 maggio 2024 VIA D’AMELIO – “IL SOFFIO SULLA CENERE – Anatomia di un depistaggioSEGUE

14 maggio 2024 VIA D’AMELIO – FABIO TRIZZINO a “IL SOFFIO SULLA CENERE – Anatomia di un depistaggio”    SEGUE

14 maggio 2024  Processo appello Depistaggio Borsellino, difesa: “Dai pm grave colpa, non leggerezza”   SEGUE

4 giugno 2024 Depistaggio Borsellino, prescrizione per i poliziotti. TRIZZINO:”Questa sentenza amplia la responsabilità di Mattei e di Ribaudo ma anche di Bo”. ‘”A nome della famiglia Borsellino, che io rappresento, considerata l’assoluta serietà del collegio e rinviando ogni valutazione più approfondita alla lettura delle motivazioni, credo che oggi sia stato fatto un passo importante in relazione a quello che è stato opportunamente definito il più grave depistaggio della storia giudiziaria italiana”, ha detto l’avvocato Fabio Trizzino, legale della famiglia del giudice Paolo Borsellino. “E’ una sentenza importante perché, benché abbia escluso l’aggravante agevolativa, amplia lo spettro della responsabilità sia di Mattei che di Ribaudo, e anche di Bo.  Probabilmente la Corte riuscirà a spiegare bene i motivi per cui nonostante le nostre prospettazioni l’aggravante sia stata ritenuta insussistente”.  “Io sono soddisfatto perché viene sancito, con fermezza, che tre appartenenti alla polizia di stato hanno concorso a depistare le indagini sulla strage di via D’Amelio e io ritengo che questo sia un fatto estremamente grave.  Per certi versi dispiace che a pagare siano solo loro perché questo processo presenta numerosi convitati di pietra che avrebbero dovuto essere sul banco degli imputati, ma purtroppo quando lo Stato esercita la propria potestà punitiva a 30 anni di distanza dagli eventi questo è il rischio che si corre”. SEGUE

4 giugno 2024 Dichiarazione avvocato FABIO TRIZZINO, legale famiglia Borseggiatore, al termine della lettura della Sentenza di appello del “Processo depistaggio”. AUDIO

3 luglio 2024 MAFIA e APPALTI: ex pm GIOACCHINO NATOLI indagato per favoreggiamento  SEGUE

5 luglio 2024  L’ex PM GIOACCHINO NATOLI  si avvale della facoltà di non rispondere  SEGUE

11 luglio 2024 I figli di Borsellino citano la presidenza del Consiglio e il Viminale. Le precisazioni dell’avvocato Trizzino SEGUE

13 luglio 2024 LUCIA BORSELLINO: ‘Mio padre è stato oltraggiato anche da mortoSEGUE